CAMERINO, UN’INIEZIONE DI FIDUCIA
L’autonomia è soprattutto un esercizio di responsabilità; è espressione di un popolo abituato a rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Ne ho avuto la conferma l’altro giorno, a Camerino, quando abbiamo vissuto un momento veramente toccante con l’inaugurazione del nuovo studentato, donato da Trentino, Alto Adige e Tirolo alla locale università. In quella bella giornata abbiamo percepito quanto possano essere forti i legami che si stringono tra comunità, sulla base di bisogni concreti che trovano una risposta efficace. Ricordo bene come tutto è cominciato. Quando, circa due anni fa, ho ricevuto la telefonata con cui l’allora Commissario straordinario per la Ricostruzione Vasco Errani mi chiedeva se, tra le tante cose che servivano in un’Italia centrale colpita duramente dal sisma del 2016, potevamo intervenire a Camerino. Si voleva ripartire dall’ateneo, considerato giustamente il simbolo e il motore di quella realtà. Mi è parsa subito una buona idea e ho risposto che il Trentino, come sempre, avrebbe fatto la sua parte. Infatti subito dopo il terremoto i nostri meravigliosi volontari si erano impegnati ad Amatrice, per dare una scuola ai ragazzi del posto, e poi, nel rispondere affermativamente, avevo ben salda la consapevolezza che i trentini hanno una certa tradizione nel campo della Protezione civile e della solidarietà rivolta a chi richiede il loro intervento. Dopo quella telefonata mi sono messo subito al lavoro per trovare le indispensabili condivisioni e sinergie. Assieme ai presidenti Kompatscher e Platter, con una decisione condivisa anche dalla giunta provinciale, abbiamo ritenuto che fosse particolarmente importante realizzare un’opera come lo studentato, che fosse utile ma anche fortemente simbolica, perché investe sui giovani e attraverso loro proietta la comunità nel futuro. Ci è sembrato significativo, anche, che l’intervento maturasse nell’ambito dei solidi rapporti che legano i nostri tre territori attraverso il Gect Euregio. Tutti e tre assieme infatti diamo vita a un’esperienza di Europa vera, quella delle regioni. Realizziamo assieme tanti progetti e assieme abbiamo portato a termine questa iniziativa di concreta solidarietà.
Grazie alla motivazione del personale provinciale, di chi ha lavorato nel cantiere e delle aziende coinvolte, siamo riusciti a dimostrare cosa si possa fare quando si fa gioco di squadra. Perché l’intervento realizzato a Camerino è stato tempestivo, rispettoso delle regole, di qualità, destinato a durare nel tempo. I territori, con le loro capacità e le relazioni che hanno saputo intessere, hanno dimostrato quale potenziale sia presente nel nostro Paese.
Spesso ci piace ricordare che in Trentino si investe nella ricerca, nella formazione di eccellenza, nella preparazione del capitale umano, considerato una delle leve per costruire lo sviluppo. A Camerino abbiamo fatto proprio questo, perché quando c’è bisogno di fiducia si deve guardare ai giovani. Siamo veramente convinti che puntare sulla loro energia e sulle loro capacità sia la migliore garanzia per costruire un futuro che sia migliore del presente. Per questo, anche se per la ricostruzione e per il ritorno alla piena normalità c’è ancora molto da fare, ai giovani, ma anche alla popolazione di Camerino, ho rivolto l’invito a crederci, come ci hanno creduto tutti quelli che hanno lavorato tanto per costruire la struttura che adesso diventerà la casa di molti studenti. Assieme agli amici altoatesini e tirolesi abbiamo dimostrato che la popolazione colpita dal sisma non è sola. A Camerino ci siamo spesi con risorse importanti che — considerazione che aumenta la nostra soddisfazione — sono il frutto, grazie all’autonomia, del lavoro dei trentini e delle imprese che operano sul nostro territorio. Ma lo abbiamo fatto volentieri, convinti che in questa parte del Paese, così ferita dal terremoto, serva ancora un’iniezione di fiducia. Abbiamo voluto lanciare un messaggio positivo, e questa, credo, sia la cosa che più conta.
Presidente Provincia di Trento