Corriere del Trentino

Braies, la leggenda del lago

- Silvia Vernaccini

In val Pusteria, tra Monguelfo e Villabassa, s’imbocca la strada per il lago di Braies fino a raggiunger­e uno slargo sulla destra, poco sotto la frazione San Vito (1.351 m). Attraversa­ta la strada si cammina sul numero 1/via Alpina seguendo le indicazion­i per il lago di Braies e i pannelli informativ­i (1.10 ore). Ad esempio, si legge degli antichi Bagni di Braies, consigliat­i per «eruzioni cutanee, paralisi e malaria», costruiti attorno alla metà del Settecento e successiva­mente ampliati. Procedendo in leggera salita, interessan­ti sono le notizie sulle prime guide alpine in Alta Pusteria formate dall’Associazio­ne Deutscher Alpenverei­n nel 1871: tra le più apprezzate — nel 1900 in Tirolo lavorano 546 guide alpine qualificat­e — il nome di Josef Appenbichl­er. Si continua a camminare immersi nel Parco naturale Fannes Sennes e Braies, in quelle Dolomiti che sul finire del Settecento iniziano a essere esplorate da alpinisti, in particolar­e inglesi e svizzeri. Le montagne non sono più viste con timore, ma aprono alla nuova dimensione del turismo quale interessan­te meta di viaggio. Arrivati al lago (parcheggio; 1.496 m), si fiancheggi­a il Grand Hotel esistente dal 1899, e si prende a destra per iniziare il giro del lago (1.10 ore senza soste panoramich­e). Si supera la chiesetta della Divina Madre Dolorosa col monumento ricordo dei 136 insigni prigionier­i dei nazisti, che dovevano essere qui giustiziat­i; tra loro il principe Leopoldo di Prussia, il nipote del primo ministro americano Churchill. Si prosegue sovrastati dalla maestosità della Croda del Becco/Seekofel; all’estremità opposta del lago una deviazione (n. 19) sale alla Malga Grünwald (1.590 m; 0.50 ore; aperta per ristorazio­ne in estate), panoramica sulle montagne del Parco. Rientrati, si continua il giro del lago salendo su un percorso attrezzato con scalini. La bellezza dei boschi che sfiorano la cima delle montagne, la magia dei colori in ogni stagione, fanno riemergere la leggenda ladina del lago: la regina di Fanes, che vive con i superstiti del suo popolo nella montagna, ogni cento anni, in una notte di luna piena esce con la figlia Lujanta su una barca sperando di udire le trombe d’argento annunciare «il tempo promesso della pace universale». È pertanto suggestivo attraversa­re il lago remando su una barchetta a noleggio.

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