Braies, la leggenda del lago
In val Pusteria, tra Monguelfo e Villabassa, s’imbocca la strada per il lago di Braies fino a raggiungere uno slargo sulla destra, poco sotto la frazione San Vito (1.351 m). Attraversata la strada si cammina sul numero 1/via Alpina seguendo le indicazioni per il lago di Braies e i pannelli informativi (1.10 ore). Ad esempio, si legge degli antichi Bagni di Braies, consigliati per «eruzioni cutanee, paralisi e malaria», costruiti attorno alla metà del Settecento e successivamente ampliati. Procedendo in leggera salita, interessanti sono le notizie sulle prime guide alpine in Alta Pusteria formate dall’Associazione Deutscher Alpenverein nel 1871: tra le più apprezzate — nel 1900 in Tirolo lavorano 546 guide alpine qualificate — il nome di Josef Appenbichler. Si continua a camminare immersi nel Parco naturale Fannes Sennes e Braies, in quelle Dolomiti che sul finire del Settecento iniziano a essere esplorate da alpinisti, in particolare inglesi e svizzeri. Le montagne non sono più viste con timore, ma aprono alla nuova dimensione del turismo quale interessante meta di viaggio. Arrivati al lago (parcheggio; 1.496 m), si fiancheggia il Grand Hotel esistente dal 1899, e si prende a destra per iniziare il giro del lago (1.10 ore senza soste panoramiche). Si supera la chiesetta della Divina Madre Dolorosa col monumento ricordo dei 136 insigni prigionieri dei nazisti, che dovevano essere qui giustiziati; tra loro il principe Leopoldo di Prussia, il nipote del primo ministro americano Churchill. Si prosegue sovrastati dalla maestosità della Croda del Becco/Seekofel; all’estremità opposta del lago una deviazione (n. 19) sale alla Malga Grünwald (1.590 m; 0.50 ore; aperta per ristorazione in estate), panoramica sulle montagne del Parco. Rientrati, si continua il giro del lago salendo su un percorso attrezzato con scalini. La bellezza dei boschi che sfiorano la cima delle montagne, la magia dei colori in ogni stagione, fanno riemergere la leggenda ladina del lago: la regina di Fanes, che vive con i superstiti del suo popolo nella montagna, ogni cento anni, in una notte di luna piena esce con la figlia Lujanta su una barca sperando di udire le trombe d’argento annunciare «il tempo promesso della pace universale». È pertanto suggestivo attraversare il lago remando su una barchetta a noleggio.