«Siamo noi industriali la vera opposizione »
Giudiceandrea boccia i populisti: «Sono anti infrastrutture, una loro vittoria in Alto Adige preoccupa» Bene Kompatscher: «Ha un approccio favorevole all’impresa, la stabilità agevola gli investimenti»
BOLZANO «Siamo noi, gli industriali, a sentirci la vera opposizione di questo Paese. L’Alto Adige è ancora un’isola felice, con politiche favorevoli all’economia che creano stabilità e incoraggiano gli investimenti. Ma a livello nazionale avanzano movimenti populisti che vanno contro le industrie e le infrastrutture». È il presidente di Assoimprenditori, Federico Giudiceandrea, a parlare e che, guardando verso le elezioni, spera che «la prossima giunta prosegua nella direzione intrapresa dal presidente Kompatscher ma che metta in campo una politica più aggressiva in materia di trasporti, specie nei confronti dell’Austria».
Giudiceandrea, è dei giorni scorsi la notizia che la Würth aprirà una nuova sede. Si tratta di un caso unico?
«No, l’industria continua a crescere e basta girare l’Alto Adige per rendersene conto. Complice un buon clima di fiducia fra gli imprenditori, con la Provincia che continua a mantenere un atteggiamento favorevole nei confronti dell’industria. Un clima di stabilità che incoraggia investimenti in tutte le aziende. Penso alla Würth, appunto, o alla Kässbohrer e alla Fuchs».
Si tratta di una tendenza esclusiva dell’Alto Adige?
«Direi delle province di Bolzano e Trento che, grazie all’autonomia, riescono ad avere una politica industriale più stabile. A livello nazionale la situazione sta peggiorando, con leggi che creano incertezze, scritte male, con termini generici che lasciano la porta aperta a interpretazioni di tutti i tipi. È il caso, per esempio, delle nuove regole in materia di contratti a tempo determinato o di delocalizzazione. Quanto ai primi, ci tengo a sottolineare che in regione sono sempre serviti a valutare le persone, a capire se fossero adatto o meno al ruolo. E per farlo sei mesi non sono certo sufficienti. Non se ne è mai fatto un uso scorretto, come dimostra che il 90% degli addetti all’industria in Alto Adige hanno un contratto a tempo indeterminato».
Presto anche in provincia ci sarà un cambio al vertice. Cosa vi aspettate?
«Assoimprenditori non si è mai schierata politicamente e continuerà a non farlo. Non abbiamo preferenze, ma ci preoccuperebbe un’eventuale vittoria dei partiti populisti che sono contro le infrastrutture e le aziende. Si tratta di un movimento che riteniamo pericoloso per il nostro Paese, che fa leva sulla pancia della gente ai danni dell’economia. La quale, è bene ricordare, fa bene a tutti e la cui spina dorsale è costituita da un’industria che dà lavoro, paga gli stipendi e permette di crescere. Non si può vivere di turismo e di piccole cose. Allo stato attuale ci sentiamo noi la vera opposizione di questo Paese».
Guardando indietro, che bilancio si può fare della giunta Kompatscher?
«Per quel che riguarda l’industria è senza dubbio positivo. Con il Landeshauptmann, che per altro è anche assessore all’economia, c’è sempre stata un’ottima intesa. Credo sia stato molto coraggioso nel seguire le nostre indicazioni sulla riduzione delle tasse per le attività produttive, il che ha portato più soldi nelle casse della regione. In generale Kompatscher ha sempre avuto un atteggiamento favorevole alle imprese, il che ha messo in moto investimenti importanti in regione, anche da parte di aziende che sono tornate a investire dopo aver delocalizzato in Austria».
C’è qualcosa che vorrebbe fosse inserito nell’agenda della nuova giunta?
«Tutto è migliorabile, a partire dalla questione del traffico. Certo, non riguarda solo l’industria, ma vorremmo vedere una politica più aggressiva nei confronti dell’Austria, soprattutto per quel che riguarda i blocchi notturni ai tir. Anche in questo caso è importante far capire alla gente che il commercio tra Italia e il resto d’Europa è importante, dà benessere a tutti, che simili misure non servono a nulla. L’idea di chiudersi è sbagliata, bisogna aprirsi e sostenere le aziende-guida che fanno da apripista sul mercato internazionale, trainando con sé anche quelle più piccole. Non dobbiamo abolire i circoli locali dell’economia ma ricordarci che il vero motore dell’economia sono la globalizzazione e l’internazionalizzazione».
La nuova giunta provinciale metta in campo una politica più aggressiva in materia di trasporti, specie verso l’Austria
In Trentino Alto Adige il quadro è positivo, a livello nazionale peggiora, con leggi scritte male che non aiutano il lavoro
Sbagliato chiudersi, bisogna sostenere le aziende guida che fanno da apripista, trainando i piccoli, sul mercato estero
Autonomia
«Qui il clima è buono, lo confermano gli insediamenti di Würth, Kässbohrer, Fuchs»