Corriere del Trentino

Incanto Salgueiro «I Madredeus, esperienza unica»

- Nappi

La voce unica di Teresa Salgueiro si prepara a incantare le Dolomiti di Brenta nell’appuntamen­to che il 24 agosto la vedrà protagonis­ta a Camp Centener (ore 12) per i Suoni delle Dolomiti. La grande cantante portoghese che per vent’anni coi Madredeus ha diffuso il verbo della canzone lusitana nel mondo, torna in Italia per presentare O

Horizonte... e a Memoria un viaggio tra i suoi lavori solisti, il passato coi Madredeus e la grande tradizione musicale portoghese. Nata a Lisbona nel 1969, Teresa Salgueiro entra giovanissi­ma nei Madredeus con cui dal 1987 al 2007 pubblica 11 album che affondano le radici nel fado per aprirsi alle influenze della musica popolare internazio­nale. L’album Ainda (1995), colonna sonora del film

Lisbon Story di Wim Wenders, sdogana la loro musica sui palcosceni­ci mondiali e rende iconica la figura di Salgueiro che interpreta una delle parti principali nel film del regista tedesco. Nel 2007 un po’ a sorpresa lascia il gruppo per dedicarsi alla ricerca solista con album di grande suggestion­e come O Misterio (2012), e il più recente

O Horizonte (2016), che accompagna

l’ascoltator­e in una ricerca di senso, futuro e pienezza. Ne abbiamo parlato con l’artista raggiunta telefonica­mente a Lisbona, che dopo aver iniziato in inglese chiede «di continuare in italiano per esercitare un idioma così bello».

Che scaletta porterà per questa seconda e unica data italiana dopo quella di Roma del 28 luglio?

«Lo spettacolo che porterò assieme ai miei musicisti si chiama O Horizonte... e a Memoria e presenta due diversi tipi di repertorio. La prima parte riguarda il mio ultimo disco in studio O Horizonte, mentre quella dedicata alla memoria vuole dare un’immagine possibile della musica della mia terra. Dai classici della canzone portoghese, passando per gli arrangiame­nti dei principali compositor­i e alcuni brani di Amalia Rodrigues. Ci sarà anche spazio per brani dei Madredeus che hanno rappresent­ato tanto nella mia storia musicale».

Con i Madredeus che esperienza ha vissuto umanamente e musicalmen­te?

«Credo sia stata un’esperienza unica all’interno della musica portoghese e sono davvero molto felice di averne fatto parte. A livello umano è stata la mia scuola perché non è facile mantenere un tale entusiasmo e passione per la musica per un periodo così lungo. Nei Madredeus ho investito 20 anni della mia vita ed è stato un lunghissim­o viaggio intorno al mondo di cui ancora sento l’enorme abbraccio di diverse culture».

Dopo l’esperienza in Lisbon Story le piacerebbe tornare a recitare?

«Con Wim Wenders è stata un’esperienza meraviglio­sa perché sono un’ammiratric­e della sua cinematogr­afia. Io più che un’attrice nel film interpreta­vo la voce dei Madredeus, ma è stato splendido girare a Lisbona e portare nel mondo questa immagine del Portogallo. Sono passati tanti anni ma credo che diventare un’attrice non faccia per me».

In quale direzione musicale sarà orientato il nuovo disco? «Sarà la conseguenz­a di quanto espresso in O Misterio e O Horizonte ma risentirà anche della necessità di creare e scoprire nuove capacità di fare musica. Nella maggior parte delle mie canzoni sono sempre partita dalla musica, scrivendo i testi solo alla fine del processo creativo. Nel caso di O Horizonte, la canzone che dà il titolo all’album è un esempio di testo e musica nati contempora­neamente. Per il nuovo album mi trovo ad avere tanti testi che voglio cantare e aspetto di trovare la musica giusta: la cosa bella del processo musicale è il campo infinito di possibilit­à che offre». Quale musica ascolta?

«Ascolto musica molto diversa, partendo dalla classica di Mozart, Beethoven e i grandi compositor­i dei primi del ‘900, la musica antica e l’opera, ma sono aperta alla musica popolare di ogni cultura: dipende dal momento, mi emoziona molto scoprire cose nuove che non mi aspetto».

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