Rossi, ora la conta Intanto Daldoss prepara il piano B
Martedì l’incontro col governatore. Giovedì la decisione dei dem
Per Ugo Rossi è arrivata l’ora della conta. Giovedì il Pd si esprimerà sul suo nuovo mandato. Intanto, Carlo Daldoss (nella foto) manovra al centro e prepara l’alternativa.
TRENTO Dopo cinque mesi all’insegna dell’attendismo, il centrosinistra autonomista è a un passo dal trovare la quadra, ma, al contempo, a un passo dalla sua dissoluzione. Il patto sottoscritto giovedì, ridotto all’osso, dice che si va alla conta sul nome di Rossi. Il nodo, a questo punto, lo scioglieranno l’assemblea del Pd e il parlamentino dell’Upt, ma all’ombra dell’ufficialità c’è chi ancora spera che tutto vada a monte. Non sono i sostenitori di Paolo Ghezzi, ma quelli di Carlo Daldoss.
Martedì Ugo Rossi farà l’ormai famoso incontro con il tavolo di coalizione. Lo farà dopo aver incontrato singolarmente, tra oggi e domani, i rappresentanti di tutte le forze politiche di quella che, ad oggi, è ancora un’alleanza unitaria. Con ogni probabilità, si tratterà di passaggi poco più che liturgici, dato che in questi mesi nessuna forza ha indicato le condizioni programmatiche per una conferma di Rossi alla guida della coalizione. Il giorno della verità, salvo ripensamenti, sarà giovedì quando si riunirà l’assemblea del Pd. All’ordine del giorno, la netto del politichese, la conta su Rossi sì, o Rossi no. «Un passaggio che avremmo dovuto fare mesi fa — confessa a mezza voce un alto dirigente del partito — la paura di dividerci ci ha portato a rinviare la decisione nella speranza di trovare un’alternativa che mettesse tutti d’accordo». Il primo interrogativo, per lunedì, sarà il numero legale. La scelta decisiva per il futuro della coalizione sarà presa il giorno dopo ferragosto, quando non sarà facile avere i 33 presenti (su 64) necessari per votare. Il secondo interrogativo sarà l’orientamento dell’assemblea. «Io scommetto 1-2-x — ironizza amareggiato un altro componente del coordinamento — dipenderà da chi quel giorno sarà al mare». A spanne, si può dire che attualmente l’assemblea del Pd sia composta da un terzo di «rossiani», un terzo di «ghezziani» e un terzo di agnostici. Un voto a simpatia vedrebbe molto probabilmente vincitore Ghezzi, figura certamente più in linea con i sentimenti della maggioranza dei dem. La firma del segretario Giuliano Muzio al documento di coalizione, però, suona un po’ come «cosa fatta capo ha»: se il sì a Rossi spegnerebbe l’entusiasmo di molti militanti, il «no» significherebbe mettere inevitabilmente in discussione la coalizione a un mese dalla presentazione delle liste.
C’è chi su questa eventualità ci scommette. Ad esempio in casa Upt, dove Gianpiero Passamani è stato duramente criticato per aver sottoscritto il patto. Mario Tonina, ad esempio, non ha mai fatto mistero di essere pronto a rientrare al suo lavoro qualora il candidato fosse ancora Rossi. L’Upt non ha ancora deciso se convocare il parlamentino giovedì, o se aspettare prima la decisione dei dem. Di certo più d’uno in parlamentino si esprimerà contro il Rossibis. L’alternativa? Nell’Unione non è Ghezzi, almeno non come candidato presidente. Giovedì Dalddos ha incontrato nuovamente i civici e si è spinto fino a Civica Trentina. Nell’Upt c’è chi ne osserva da vicino i movimenti e punta su di lui come piano B: bocciato Rossi, il Patt se ne andrebbe e verrebbe sostituito dai civici, tutti quelli disponibili fino ai margini del centrodestra. E il Pd? Dovrebbe far parte della partita, perché i voti servono, ma non come Pd. In questo schema, sarebbe lo stesso Ghezzi a capitanare un’area democratica antirossiana.
Intanto, Leu cerca di mettere a frutto la propria esperienza in materia di scissioni e, dall’esterno del tavolo di coalizione «chiede a Ghezzi di non deludere le aspettative create e di collaborare alla creazione di una coalizione» alternativa al centrosinistra autonomista. A sinistra del Pd, però, al momento solo i Verdi sembrano aver assunto una posizione oltranzista. Mdp, ad esempio, pur sostenendo con forza Ghezzi, non ha annunciato strappi in caso di convergenza su Rossi.
Il piano B All’assessore guarda chi, al centro, spera che il governatore venga bocciato dal Pd