Scalfi: se il sindaco vuole vivacchiare noi ce ne andremo
Il consigliere: «Andreatta cambi o non ci saremo». Pattini: «Santa Chiara, non fermiamoci»
«Si parla di questi temi da tempo, ma si è fatto poco». Vanni Scalfi (Insieme Trento) suona la sveglia ad Alessandro Andreatta che ha indicato come priorità per il 2019 Piedicastello, Prg, Bondone, Piano del turismo. E incalza: «Se vuol continuare a vivacchiare, il sindaco non conti su noi».
TRENTO «La maggioranza provinciale è sempre andata di pari passo con quella comunale. Se una salta, non so cosa potrà succedere all’altra». Alberto Pattini, capogruppo delle Stelle alpine in Comune, sa che il futuro dell’amministrazione è legato a doppio filo alle provinciali di ottobre. E la posta in gioco è alta, molto. Così, se il sindaco Alessandro Andreatta (Corriere del Trentino di ieri) richiama all’unità, lui invoca il «senso di responsabilità delle forze in campo per rinnovare il progetto comune. Anche se — ammette — la politica è imprevedibile e spesso segue strade che non hanno nulla a che vedere con l’agenda delle priorità». Già, le priorità. Dalla destra Adige al Prg, dal Bondone al Santa Chiara Open Lab. Quante di queste attività andranno in porto? «Entro il 2019 sicuramente dovremo completare il Prg, anche se i tempi sono stretti» afferma Pattini. E va risolta al più presto anche la questione del Santa Chiara: «Il governo sbaglia, noi siamo già avanti, per la casa di riposo abbiamo finanche il bando di gara. Non possiamo fermarci». Subito dopo: la destra Adige, di pari passo con Piedicastello e Trento Fiere. «Qui l’appello a tutti gli attori coinvolti è d’obbligo. Una città come Trento — sostiene il consigliere — deve avere uno spazio fieristico di valore, accompagnato da parcheggi e da zone di socializzazione. Dobbiamo connettere l’area delle Albere al fiume e valorizzarla con dei bistrot, esattamente come avviene nelle città europee». E lo stesso ragionamento vale per il Monte Bondone. «Bene la linea del sindaco che si sposa — ricorda Pattini — con la proposta lanciata da Rossi di far partire una funivia dal Muse». Insomma, la carne al fuoco è tanta, ma bisogna capire se potrà realmente essere cotta.
«Si parla di queste stesse priorità da molto tempo, ma si è fatto poco — affonda Vanni Scalfi, Insieme Trento, ricordando — Per la newco e il piano turistico ci sono state appena due riunioni di commissione, peraltro generaliste. E anche liquidare la perdita di Mosè Ricci per il Prg come un elemento secondario, è contraddittorio». A ciò si aggiunge che Insieme Trento aveva chiesto l’azzeramento della giunta, ma il sindaco non sembra cogliere. «Riteniamo necessario essere circondati da persone competenti e libere, non legate dai lacciuoli di partiti in apnea. Non è un caso se Andreatta nella sua intervista non cita nessun assessore in carica: tutto ruota intorno a lui. Anche dello stesso polo culturale all’ex lettere se ne occupa lui e non Robol: come mai?» provoca Scalfi. E rispetto alla tenuta della maggioranza, chiosa: «Il Patt è solito fare giochetti e ricatti dicendo che se viene meno una maggioranza potrà venire meno anche un’altra. Il problema è che gli equilibri in consiglio sono tanto fragili da non permettere ad Andreatta di sbilanciarsi. Noi però siamo stati chiari e al sindaco abbiamo detto che se vuole dedicare i prossimi mesi a costruire qualcosa di concreto per Trento, ci saremo, se invece vuole solo tirare avanti, non sarà così».
Decisamente disincantato è, sul fronte forzista, Christian Zanetti: «Dubito che il Comune possa reggere. Accadrà solo se buona parte dei suoi assessori si candideranno alle provinciali. A quel punto, Andreatta potrà fare un rimpasto e tenere a freno la sua maggioranza». Una maggioranza che, secondo il consigliere, si è già dimostrata «incapace di guidare la città. Pensiamo a quanto i rallentamenti nel Prg stiano pesando sull’economia reale». E anche le altre priorità enunciate dal sindaco, secondo Zanetti, non sono efficaci: «Bisogna
L’autonomista «Se salta la coalizione provinciale non so cosa accadrà a Palazzo Thun»
Zanetti «Dubito che il Comune reggerà. Capiterà solo se qualche assessore si candiderà»
ottimizzare le risorse, non fare investimenti miopi, e velocizzare il sistema, non soffocarlo di regole che penalizzano chi ha voglia di fare». Ma la verità è che, a prescindere dai progetti in sé, le prospettive politiche sono plumbee. «Se Andreatta fosse capace di gestire la propria maggioranza non avrebbe bisogno di fare appelli all’unità. Il suo — conclude Zanetti — sembra più l’urlo disperato di chi sa che ha tirato troppo la corda pur non potendoselo permettere».