Brunico, colpo di scena nel delitto Caciula Arrestato il nipote
Il giovane di 22 anni ha confessato. Domani l’udienza in carcere
Colpo di scena sul caso di Nicoleta Caciula, trovata morta nella sua casa di Brunico dopo un incendio. Ad uccidere la donna sarebbe stato suo nipote, Daniel Lorys Caciula, di 22 anni. Il giovane è stato arrestato ieri notte, dopo che nelle ultime settimane il cerchio dei sospettati aveva iniziato a stringersi. L’uomo avrebbe già ammesso di essere l’assassino.
BOLZANO Ad uccidere Nicoleta Caciula, strangolata con una prolunga elettrica, sarebbe stato suo nipote, Daniel Lorys Caciula, di 22 anni. Il giovane è stato infatti arrestato ieri notte, dopo che nelle ultime settimane il cerchio dei sospettati aveva iniziato a stringersi in seguito alle indagini condotte dai carabinieri e dirette dalla Procura di Bolzano.
L’udienza di convalida dell’arresto si terrà domani in carcere a Bolzano. La svolta si è avuta ieri notte, alle 1.17, quando «è stato disposto il fermo di indiziato di delitto da parte del pm a carico dell’indagato Caciula Lorys Daniel per il reato di omicidio», come rende noto la Procura. «Seguirà comunque ulteriore attività di indagine per definire tutti i dettagli del fatto, anche a riscontro delle dichiarazioni confessorie rese dall’indagato alla polizia giudiziaria» conclude la nota emessa ieri dal procuratore capo Giancarlo Bramante. Il giovane ha dunque già ammesso di essere l’assassino di sua zia Nicoleta Caciula, la donna rumena di 46 anni trovata morta nel suo monolocale di Brunico lo scorso 17 luglio.
Gli inquirenti lo hanno prelevato, la scorsa notte, nell’abitazione di Brunico in cui il giovane abita insieme alla sua fidanzata: quando hanno bussato alla sua porta, i carabinieri avevano in mano già diversi e gravi indizi di colpevolezza. A lui erano giunti non solo attraverso le tracce lasciate nel monolocale poi andato in fiamme, ma anche tramite altre attività di indagine che avevano indirizzato gli inquirenti a sospettare fortemente di Daniel Caciula, il maggiore dei tre figli maschi del fratello di Nicoleta, rumeno, e della moglie sudtirolese di lingua tedesca. Il nipote Daniel era cresciuto nel paese di Monguelfo, in un clima familiare non sempre sereno. Aveva frequentato le scuole a Brunico, compreso l’istituto alberghiero, e da un paio d’anni era andato a vivere assieme alla sua fidanzata in un appartamento di Brunico, dopo che i suoi genitori si erano nel frattempo separati (il padre abita a poche decine di metri dall’appartamento in cui viveva Nicoleta).
Il giovane lavorava, ma solo saltuariamente, per una locale agenzia di vigilanza e security: agevolato anche da un fisico possente, il ventiduenne di origine rumena ma nato e cresciuto in Pusteria, veniva impiegato come buttafuori nelle discoteche e nei locali notturni della zona. Il giovane era dunque abituato ad andare a dormire a notte fonda, quando finiva il suo servizio. Anche il delitto, del resto, si era consumato molto tardi, verso le 3 di notte, almeno secondo quanto ricostruito dall’esame autoptico e dai rilievi dei vigili del fuoco nell’appartamento dato alle fiamme.
Sarà comunque la confessione di Daniel Caciula a fare chiarezza su questo e altri aspetti del delitto, ad iniziare dal movente. Al riguardo, la Procura mantiene per ora il massimo riserbo. Si sarebbe comunque trattato di un delitto d’impeto e non premedi- tato. Forse Daniel aveva chiesto alla zia del denaro oppure era andato a salutarla e ne era nata una lite poi degenerata violentemente fino al raptus omicida.
Di certo, due giorni dopo il delitto, Daniel Caciula aveva denunciato di essere stato vittima di una misteriosa aggressione, da parte di sconosciuti, che lo avrebbero atteso sotto casa sua e picchiato: il giovane chiamò i soccorsi e venne in effetti portato con un’ambulanza in ospedale, ma venne dimesso dopo poco. Molto probabilmente si trattò di un maldestro tentativo di depistaggio da parte di Daniel, di una messa in scena ideata per figurare a sua volta come vittima e per far credere che qualcuno volesse far male anche a lui, dopo aver già ucciso Nicoleta; una simulazione che avrebbe ottenuto l’effetto contrario, attirando cioè su lui l’attenzione degli inquirenti, i quali hanno comunque raccolto a suo carico diversi indizi. Fino a ieri notte, quando è stato prelevato e portato in caserma, dove ha poi ceduto, ammettendo le proprie responsabilità.
E a conferma della massima per cui l’assassino torna sempre sul luogo del delitto, va ricordato che la mattina del 17 luglio Daniel era stato tra i primi familiari e presentarsi sotto l’appartamento di via San Lorenzo 19, mescolandosi in strada al via vai di soccorritori, forze dell’ordine, giornalisti, vicini di casa. Nessuno, in quel momento, sospettava di lui. Non ancora.