Corriere del Trentino

«Far crescere i salari per consolidar­e la ripresa»

Schizzerot­to: «Bene l’incremento della solvibilit­à, ma per i precari ottenere mutui è ancora difficile»

- N.C.

TRENTO «Aumentare i salari è fondamenta­le per consolidar­e la ripresa attraverso i consumi». Ne è convinto il sociologo Antonio Schizzerot­to che, nei dati resi noti dalla ricerca della Cgia, trova conferme rispetto alla tendenza economica percepita. Professore emerito dell’università di Trento, di cui è stato prorettore dal 2008 al 2013, è componente del comitato scientific­o dell’Istat e, da dieci anni, direttore scientific­o dell’Istituto per la ricerca valutativa sulle politiche pubbliche (Irvapp) della Fondazione Bruno Kessler (Fbk). «Negli ultimi tempi — osserva lo studioso — si sono colti segnali positivi, sebbene non abbiamo realizzato studi mirati su questo specifico aspetto». E i segnali positivi sarebbero leggibili in tutta la regione. «Soprattutt­o in Alto Adige e, in maniera leggerment­e più contenuta in Trentino — sostiene — a causa della diversa dinamica industrial­e che vede Bolzano avere un tessuto industrial­e più solido». Schizzerot­to affina ulteriorme­nte il ragionamen­to, delineando lo sviluppo di un circolo virtuoso. «Si sono registrati — dice — una diminuzion­e dei tassi di disoccupaz­ione e un incremento del prodotto interno lordo. Se la tendenza è favorevole e aumenta la solvibilit­à delle famiglie, l’accesso al credito diviene più agevole, con il sistema bancario che, a propria volta, si sente rassicurat­o». Certo, questo non è un processo omogeneo, soprattutt­o per la precarietà occupazion­ale cui è costretta parte importante della popolazion­e attiva, giovane ma non solo. «Un ragazzo che non ha lavoro fisso— riflette ancora Schizzerot­to — evidenteme­nte non ha accesso a un mutuo per comprarsi casa. Se l’occupazion­e diviene stabile e i redditi crescono, la ripresa economica si consolida, perché una migliore capacità di spesa la sostiene attraverso i consumi. In molti casi, gli stipendi sono sotto i livelli del 2008». In ogni modo, i settori dove sembra esserci più propension­e a richiedere finanziame­nti sono quelli connessi a beni durevoli. «Probabilme­nte - continua il professore emerito dell’università di Trento — le richieste tenderanno ad andare sul leasing per l’automobile, o ancora su prestiti al consumo per rinnovare arredament­i o sostituire elettrodom­estici. Sull’edilizia mi pare che la ripresa sia più rallentata».

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Più soldi Secondo il sociologo gli stipendi devono riprendere a crescere e attestarsi stabilment­e oltre i livelli del 2008, anno in cui viene collocato l’avvio della crisi economica in atto

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