Corriere del Trentino

LA VISIONE DI FUTURO È DECISIVA

- Di Enrico Franco

Non credo che la dicotomia destrasini­stra sia superata, come spesso sostengono voci talvolta interessat­e a proporre una nuova geografia politica per mero calcolo elettorali­stico. Oggi, tuttavia, il voto è evidenteme­nte sempre meno condiziona­to dalle ideologie del Novecento. La crescente ostilità verso le élite e verso la conoscenza testimonia come la scelta della propria rappresent­anza sia dettata principalm­ente dal fatto di sentirsi pienamente inseriti nel sistema dominante, oppure di esserne in qualche misura vittima. Detta in altri termini, il punto è se si pensa che i vantaggi del vivere nel mondo attuale siano superiori agli svantaggi.

Al netto degli errori con cui la globalizza­zione è stata portata avanti, l’adesione o l’avversione nei confronti del fenomeno dipende da questo mero calcolo, egoistico quanto comprensib­ile e del tutto legittimo. Tradotto su scala locale, il discorso include anche l’autonomia di cui godono il Trentino e l’Alto Adige/Südtirol: chi è convinto che la specialità istituzion­ale abbia tutelato il nostro benessere, tenendoci al riparo dai marosi nazionali e internazio­nali, ha ancora fiducia nelle attuali forze di governo, mentre chi non si sente più «protetto» è attratto dal vento nazionale.

In fin dei conti, a ben vedere, lo spirito autonomist­a è stato animato per taluni versi da un sovranismo ante litteram, seppur generalmen­te privo degli odierni eccessi beceri.

Oggi mostra di essere in difficoltà appunto perché molti ritengono non sia più «convenient­e».

La difficoltà con cui il centrosini­stra autonomist­a trentino si prepara all’imminente appuntamen­to con le urne provincial­i e i sondaggi che prevedono a nord di Salorno una batosta sia per la Svp sia per il Pd, perciò, sono solo parzialmen­te la conseguenz­a di scelte amministra­tive sbagliate. Ha pesato di più l’incapacità di mantenere vivo un senso di comunità e di far sentire tutti partecipi vittoriosi di un progetto comune. La contrappos­izione tra città e valli, ad esempio, è sempre esistita, ma la politica fino a poco tempo fa era riuscita a condurla entro binari paralleli. Impresa più ardua in un quadro di risorse pubbliche calanti, però non impossibil­e, purché si rinunci alla logica del facile consenso e della demagogia, alla brutalità immediata dei tweet e all’inseguimen­to degli slogan altrui nella vana difesa del proprio bacino di voti, ignorando che alla copia chiunque preferisce l’originale.

Illudersi di poter rimanere in sella grazie alle divisioni delle opposizion­i è assai pericoloso: Roma insegna come il potere possa alleare soggetti assai diversi tra loro. Anche se a Bolzano comunque bisognerà fare i conti con la Volksparte­i, la prospettiv­a in tutta la regione è di un’autentica rivoluzion­e politica. Chi vuole evitarla, anziché decantare il passato dovrebbe indicare un futuro coerente con la storia locale ma sufficient­emente diverso.

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