Corriere del Trentino

Zorzi: «Quartieri deserti, qui tanti studenti e stranieri»

- E. Fer.

Nella porzione di TRENTO Trento che guarda a sud la vita estiva è «ridotta» come ammette Maria Grazia Zorzi, «e non particolar­mente brillante». La presidente della circoscriz­ione San Giuseppe-Santa Chiara traccia un perimetro dai contorni frastaglia­ti: «Nella zona di via Milano o via Grazioli, dove si concentra la maggior parte dei residenti storici, non succede – osserva – ma la zona di San Pio X si svuota di molto». Il motivo? La prevalente composizio­ne dei suoi abitanti, studenti universita­ri e famiglie straniere.

Presidente Zorzi, nella sua circoscriz­ione la «desertific­azione» agostana è più evidente che in altre parti della città?

«È vero che i nostri quartieri sono abitati da molti anziani, che anche d’estate rimangono in città, ma la gran parte della popolazion­e è costituita da studenti universita­ri e da famiglie di origine straniera: la vita estiva dunque è decisament­e

ridotta e non particolar­mente brillante, anche se nei parchi le iniziative non mancano. Dal Santa Chiara alle Albere le opportunit­à per adulti e bambini sono numerose, ma si tratta di avveniment­i cittadini più che di quartiere».

Una trasformaz­ione recente?

«Mi occupo di circoscriz­ione da otto anni ed è un fenomeno che ho potuto osservare farsi sempre più marcato. Le abitazioni delle persone anziane rimaste vuote vengono adibite ad appartamen­ti per studenti: parlare di sostituzio­ne della popolazion­e è esagerato, ma la zona di San Pio X è molto appetibile per i giovani, perché vicina alle sedi universita­rie, collegata al centro dalle ciclabili e fornita di molti servizi. Questo porta però persone presenti solo per una certa parte dell’anno».

Lo stesso si può dire per le famiglie straniere?

«Parliamo di una parte di città relativame­nte tranquilla e dove il costo degli appartamen­ti è più basso che in altre zone. Piace dunque anche ai nuovi residenti, la cui quota è abbastanza elevata e la presenza meno continua: d’estate tornano per lunghi periodi nei propri Paesi d’origine. Dove sono arrivati i giovani poi, come ai “Casoni”, sono riusciti a smorzare le tensioni fra antichi e nuovi residenti o con le persone inviate dai servizi sociali del Comune, perché sono propositiv­i e capiscono il valore di una popolazion­e variegata».

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Presidente­ssa Maria Grazia Zorzi

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