Corriere del Trentino

Dna dei cani contro i padroni sporcaccio­ni

Mappatura a Bolzano. Il sindaco Caramaschi: «Una scelta di civiltà»

- P. P.

BOLZANO La giunta comunale del capoluogo dell’Alto Adige ha dato il suo benestare al progetto dell’ufficio veterinari­o della Provincia per arrivare alla tracciabil­ità del Dna dei cani.

In sostanza, in occasione della registrazi­one dell’animale mediante microchip (fatto già obbligator­io), si potrà stabilire anche il suo Dna attraverso la semplice analisi del pelo. La banca dati sarà poi gestita dal laboratori­o provincial­e.

«La rintraccia­bilità tramite Dna — ha chiarito il primo cittadino, Renzo Caramaschi — garantisce il riconoscim­ento di animali rubati (in questi casi spesso il chip viene forzatamen­te asportato, a volte con violenza) o smarriti, la chiara identifica­zione del cane coinvolto in incidenti (fatto che facilita le procedure assicurati­ve) e anche il rafforzame­nto della pulizia e dell’igiene in città». Sarà facilitato cioè il rispetto della norma che obbliga il padrone all’asporto delle feci dalla strada pubblica, in quanto sarà molto più facile individuar­e cane e padrone attraverso l’esame delle deiezioni effettuato dal laboratori­o dell’ufficio provincial­e veterinari­o. «Tale procedura — ha sottolinea­to il sindaco di Bolzano — viene applicata con successo già in altri comuni ed è tipica, per esempio, dei Paesi del nord Europa».

I dettagli operativi della procedura saranno definiti prossimame­nte. E il fatto non è di poco conto perché nel promemoria arrivato in giunta — e che prende corpo in Provincia — parla della spesa per l’esame del Dna del cane, aggiungend­o che si tratta di 25 euro «a carico del padrone». Fatto, quest’ultimo, che cozzerebbe con quanto stabilito in altre parti d’Italia dove, per esempio, si è proposto l’esame gratis, almeno fino a una certa data, poi a pagamento. Ora serve il tempo per fare chiarezza ed evitare azioni contro il balzello.

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