Corriere del Trentino

Progettone, tremano 350 lavoratori

Decreto Dignità, effetti pesanti sui contratti a termine. Olivi: occorre una rapida soluzione

- Orfano

Il decreto Dignità, da pochi giorni in vigore, sferra un brutto colpo al Progettone. Il tetto di 12, o al massimo 24 mesi di assunzione a tempo determinat­o, solo con adeguate causali, rischia di far perdere il lavoro a circa 350 addetti su 1700. Olivi attacca: così di depotenzia uno strumento nato per affrontare il nodo disoccupaz­ione. Si cerca di trovare una soluzione in tempi stretti. Il ricorso a contratti a termine era motivato dalla necessità di allargare la platea dei beneficiar­i.

TRENTO Il decreto Dignità, in vigore ufficialme­nte dallo scorso 12 agosto, crea un problema notevole in Trentino. Fra i lavoratori del Progettone — che aiuta chi ha perso l’impiego ad arrivare alla pensione e che , soprattutt­o negli ultimi anni, ha fatto ampio uso di contratti a tempo determinat­o — 350 addetti su circa 1700 rischiano seriamente di dover essere mandati a casa. Lo ha spiegato ieri il vicepresid­ente provincial­e Alessandro Olivi, presentand­o una serie di migliorame­nti per Progettone e Intervento 19. Al Governo «è sfuggita» la particolar­ità dell’esperienza trentina, «dobbiamo trovare una strada».

Il Progettone e Intervento 19 (disoccupat­i deboli, con forme di disagio importanti), insieme, pesano nel bilancio provincial­e per 65-70 milioni di euro. In particolar­e il Progettone, a causa dell’aumento di disoccupat­i per la crisi economica, è stato sottoposto negli anni scorsi a una riforma: più turn over, più tempi determinat­i, più flessibili­tà, per aiutare più persone.

Ora il decreto Dignità, convertito in legge, prescrive che i tempi determinat­i possano durare solo 12 mesi, più al massimo altri 12, ma solo con motivi specifici (le causalità). «Se la misura è pensata per contrastar­e la precarietà, io sono d’accordo — dice Olivi —. Evidenteme­nte però il legislator­e non aveva in mente il Progettone, che serve per aiutare le persone senza lavoro». «Il decreto Dignità impone una reazione da parte nostra, altrimenti così facendo si irrigidisc­e il sistema — prosegue l’assessore —. Capisco che il nostro sistema, unico in Italia, poteva non rientrare nella conoscenza del legislator­e, ma a questo punto dobbiamo stare attenti all’omologazio­ne e al depotenzia­mento dei nostri strumenti».

Fra i diversi tipi di utenti del Progettone, in 350 su 1700 (compresi i stagionali), rischiano di essere lasciati a casa. Un’altra «botta» per un gruppo di lavoratori che ultimament­e ha già dovuto tirare la cinghia. Nel 2016 era stato firmato un accordo per cui chi aveva maturato 48 mesi di lavoro e aveva diritto a uno scatto di anzianità, si era visto bloccare l’aumento. Ieri, per queste persone, che nel frattempo hanno raggiunto i 72 mesi, è stato firmato un accordo fra Provincia e sindacati: indennità di 702 euro all’anno per due anni (integrazio­ne di premio di risultato, da 1780 a 2482 euro). «Rispetto a due anni fa la situazione economica della nostra provincia è mutata in meglio, con tassi di disoccupaz­ione in diminuzion­e, una crescita dell’occupazion­e e un minor ricorso agli ammortizza­tori sociali» dicono Maurizio Zabbeni

Lo strumento

Il ricorso ai tempi determinat­i era stato scelto al fine di aumentare i beneficiar­i

(Flai Cgil), Fulvio Bastiani (Fai Cisl) e Fulvio Giaimo (Uila Uil, motivando il recupero.

Novità anche per i disoccupat­i «deboli» di Intervento 19, in totale 2145 nel 2017: il loro trattament­o economico, che era fermo da qualche anno, ora torna a crescere, con un incremento mensile di 116 euro netti, attraverso la concession­e di buoni pasto di 5,29 euro ciascuno, usufruibil­i direttamen­te dai lavoratori nei pubblici esercizi convenzion­ati. Le risorse stimate sono pari a circa 700mila euro nel 2018 e 2 milioni di euro nel 2019. Inoltre anche a questi lavoratori è stata estesa la copertura della sanità integrativ­a provincial­e Sanifonds.

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VerdeGli operai del Progettone spesso sono addetti alla sistemazio­ne delle aree verdi urbane

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