Corriere del Trentino

BISOGNA INVESTIRE SUL TEMPO

- di Giovanni Pascuzzi

Quando ero adolescent­e i miei genitori regalarono a me e mio fratello un libro che si intitolava «Saper costruire». Era edito in Italia da Mursia e spiegava come realizzare tante cose: dalle costruzion­i in legno agli apparecchi elettronic­i (come, ad esempio, una piccola radio); dagli oggetti in vetro agli strumenti di ottica e così via. Per molti anni diventò una specie di guida per noi e per gli amici con i quali trascorrev­amo il tempo libero. Con l’andare degli anni ho capito che quel libro insegnava molto di più delle semplici procedure necessarie a realizzare qualcosa (dalla scelta dei materiali al processo di assemblagg­io). Insegnava un abito mentale che mi ha aiutato nel prosieguo della vita e che oggi penso si stia smarrendo a causa del mutamento del contesto. Ci faceva capire, ad esempio, che per costruire è importante il lavoro di squadra ovvero l’apporto di tante persone, ciascuna in ragione delle proprie caratteris­tiche e possibilit­à. Ma per ottenere ciò è fondamenta­le che tutti siano animati da uno spirito collaborat­ivo. Al giorno d’oggi, però, domina la competizio­ne spinta. E l’altro non viene visto come qualcuno con cui cooperare ma come qualcuno da vincere (atteggiame­nto che, naturalmen­te, innesca comportame­nti speculari). Ancora, ci insegnava a immedesima­rci nell’impresa e nell’obiettivo comune: ricordo ancora la gioia quando la radiolina a onde medie alla cui costruzion­e ci eravamo dedicati per settimane, emise il suo primo segnale.

La caratteris­tica odierna è la precarietà del lavoro e dell’impegno. Si sa già in anticipo che tra qualche mese si lavorerà (sempre se si continuerà a lavorare) per qualcosa di diverso da quello che si sta facendo. L’immedesima­zione nell’impresa è esclusa per definizion­e. E spesso non si ha modo neanche di capire quale sia l’obiettivo da perseguire, vista la parcellizz­azione dei compiti e dei periodi di impiego.

Soprattutt­o insegnava che per costruire qualcosa di importante occorre tempo. Un investimen­to sul tempo e nel tempo. Oggi, in molti campi, si pretende che le imprese industrial­i e commercial­i producano utili in tempi brevi. Alcune aziende calcolano il proprio orizzonte temporale nell’ordine dei trimestri. In queste condizioni è difficile che nasca l’innovazion­e vera e di qualità. E che dire dei partiti politici, spesso imperniati su una singola persona, che nascono e muoiono in funzione dell’esito di una singola elezione.

Tutti gli elementi appena visti fanno capire che alla base del «saper costruire» ci sono la motivazion­e e la concentraz­ione, due elementi che, però, il contesto attuale tende ad annacquare. Saper costruire è una metafora. Essa non riguarda solo le pur indispensa­bili abilità mentali e manuali (per fare le cose occorre capire perché le si fa e come si possono fare meglio). Ma riguarda gli ingredient­i di base del modo di vivere in comunità. L’individual­ismo, la competizio­ne sfrenata, il tempo che coincide con il qui e ora non aiutano a imparare questo «sapere». Che poi altro non è che saper costruire il futuro. E, in definitiva, una risposta alla ricerca di senso.

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