Patt, Panizza allontana l’alleanza con la Lega «Avanti anche da soli»
Daldoss rigela il Pd: «No alla replica di esperienze superate». I dem tornano alla cabala del segretario
A meno di un mese dalla scadenza dei termini per la presentazione delle liste, lo scenario più probabile è quello dell’area civica che si trascina ciò che resta dell’Upt in un progetto senza chance di vittoria. Il Patt, invece, sembra determinato ad andare da solo, nonostante qualche «spinta» che chiede una convergenza con la Lega.
TRENTO Il Patt determinato ad andare da solo, i civici capitanati da Daldoss che demoliscono le speranze di rifondazione del centrosinistra, il Pd che torna a occuparsi della materia che meglio domina: la ricerca di un segretario.
A meno di un mese dalla scadenza dei termini per la presentazione delle liste, lo scenario più probabile è quello dell’area civica che si trascina ciò che resta dell’Upt in un progetto senza chance di vittoria, di un Patt che imbocca la strada dell’orgoglio autonomista e di un Pd costretto a scegliere un proprio candidato, magari con una lista «di sinistra» a recuperare qualche voto e a drenarne altri. Uno scenario che, a elezioni perse, difficilmente fornirebbe le basi per una ripartenza, ma che in compenso garantirebbe la crisi nei molti Comuni amministrati dal centrosinistra autonomista e che impedirebbe accordi alle europee, o ad eventuali politiche anticipate.
A spanne lo scenario «postatomico» che da buona Cassandra aveva predetto mesi fa Bruno Dorigatti in una sua intervista al Corriere del Trentino costatagli un mezzo processo interno per aver sostenuto la conferma di Rossi.
A gettare benzina sul fuoco è il capogruppo del Patt, Lorenzo Ossanna. Intervistato dalla Rai, nel nome della «continuità del programma», ha detto che il Patt «è pronto a verificare con la Lega» eventuali accordi. Apriti cielo: nella chat del partito è stato ricoperto di critiche. Non più tardi del giorno prima, infatti, il segretario della Lega Mirko Bisesti aveva chiarito che con chi era stato membro del direttivo del Patt il Carroccio non aveva nulla da discutere. Concetto ribadito ieri: «Sodalizio da fantapolitica. Noi abbiamo un solo candidato, dicano per voce di Rossi cosa vogliono fare». Maurizio Fugatti ricorda che «una importante rappresentanza del mondo autonomista è già presente da diverso tempo nella nostra coalizione con gli Autonomisti Popolari di Walter Kaswalder. All’interno di questo perimetro quindi si possono sicuramente valutare eventuali manifestazioni di interesse da parte di esponenti del mon- do autonomista trentino». Sì ai tranfughi, no al Patt.
A rimettere un po’ di ordine ci pensa in serata Franco Panizza, prima di incontrare i suoi a Cles: «Rossi è stato bocciato senza motivazioni politiche, non vedo oggi più le condizioni per possibili accordi nel centrosinistra. Noi andiamo avanti con Rossi e con chiunque ci voglia stare. Vedo molta confusione, a parte nel centrodestra, ma mi pare che loro un candidato lo abbiano già».
In serata, arriva anche il comunicato di Carlo Daldoss, che ribadisce, non fosse stato chiaro sabato, un concetto: «No alla replica di esperienze già superate. No alla replica di esperienze politiche e collaborazioni già superate. No a ulteriori perdite di tempo con l’organizzazioni di tavoli ormai rovesciati. Il nostro progetto, seppur definito nella sua struttura di massima, non esclude di allargare anche ad altre realtà che si riconoscono nell’area del civismo». I contatti a sinistra ci sono, ma con Paolo Ghezzi. La speranza dei civici è che Ghezzi consegni loro i voti del Pd, ma senza il peso della dirigenza dem e magari senza l’ombra del partito nazionale.
E il Pd? Questa sera discute delle dimissioni di Giuliano Muzio, che commenta: «Se l’assemblea conferma la chiusura al Patt e l’assenza di un nostro candidato, non potrò ritirarle».