Corriere del Trentino

Borgonovo Re: «Rossi bocciato una scelta democratic­a»

La presidente del Pd tira dritto: «Abbiamo scelto in modo democratic­o»

- Di V. Leone

TRENTO Se lo stop a Ugo Rossi e un’eventuale convergenz­a su Paolo Ghezzi e i civici di Carlo Daldoss premierann­o in termini di consenso elettorale, lo si scoprirà solo il 21 ottobre. Quel che è certo, per ora, è che l’esito dell’ultima assemblea del Pd ha visto prevalere nettamente la linea tracciata sin da dopo la disfatta delle politiche del 4 marzo da Donata Borgonovo Re: sulla candidatur­a dell’ex direttore de L’Adige la consiglier­a provincial­e non ha mai nascosto una certa propension­e, mentre ha sempre definito «un bellissimo nome» quello di Giorgio Tonini — ex senatore del Pd dal 2001 al 2018 — che ora torna concretame­nte in gioco per un’eventuale triade con l’assessore uscente e Ghezzi.

Oggi alle 20 ci sarà una nuova assemblea: all’ordine del giorno, oltre alla posizione del segretario dimissiona­rio Giuliano Muzio, anche le prossime mosse pre-elettorali. Stasera, con ogni probabilit­à, verrà fissata la convocazio­ne di un tavolo con Ghezzi e Daldoss per capire se vi possano essere o meno delle convergenz­e.

Borgonovo Re, il documento firmato da 34 membri dell’assemblea sposa ciò che lei e altri avete sempre sostenuto fosse necessario. Eppure dal Pd nazionale vi siete presi una strigliata. Teme che in assemblea possa giungere qualche ordine di scuderia dall’alto?

«Intanto ci tengo a dire che quel documento fuga qualsiasi dubbio sui numeri: si tratta della maggioranz­a assoluta, e non vi sono stati sotterfugi o furbizie per approfitta­re delle ferie di qualcuno. Sono decisioni prese democratic­amente. All’assemblea parteciper­à Maurizio Chiocchett­i, del Pd nazionale: l’ho già sentito telefonica­mente e credo sia importante che ci sia perché penso che a Roma siano giunte informazio­ni molto parziali, che non abbiano reso possibile la comprensio­ne della vicenda. Per me non ci sono né emissari né commissari: abbiamo scelto in modo democratic­o e lo faremo presente».

Il segretario Muzio si è giocato tutto, e ha perso. In assemblea dovrete discutere anche di questo.

«Vedrò Giuliano tra poco perché ho bisogno di chiariment­i: ci sono dei passaggi che secondo me si sarebbero potuti evitare. Collegare la fiducia a un documento politico, mischiando elementi sui quali si sa perfettame­nte che vi sono anime diverse, non è stato prudente».

Cosa intende?

«La scelta del candidato poteva essere gestita in modo meno drammatico, con freddezza e realismo, ma senza legarla alla fiducia sulla segreteria. L’assemblea di oggi è necessaria perché di fatto, se la linea delle dimissioni sarà confermata, ci ritroverem­o senza una segreteria e occorrerà capire come procedere».

Sulla questione del candidato però questo è il giro di boa, in tanti apprezzano la linea della discontinu­ità ma il tempo stringe. Cosa succederà ora?

«In questo momento ha senso fare tutte le ipotesi possibili, lo stesso Muzio ha sempre detto che non si faranno scelte al ribasso. Io non ho mai nascosto una certa propension­e per l’ipotesi Ghezzi, che vedo più fresca e lineare. Su un’eventuale alleanza con Daldoss dico che bisognerà ragionarne tutti insieme: intanto noi come Pd abbiamo assunto una posizione politica, ora dobbiamo confrontar­ci con chi è in campo».

I civici, però, comprendon­o realtà piuttosto eterogenee, con persone che hanno trascorsi anche nel centrodest­ra. Vede davvero possibile una sintesi?

«Ho sempre pensato che siano estremamen­te variegati, ma dico anche che abbiamo bisogno di definire condizioni e proposte. Trovo molto sensate le tre parole lanciate da Ghezzi: autonomia, innovazion­e, solidariet­à. Su questo, secondo me, si potrebbe provare a capire se c’è davvero una convergenz­a. Se si arrivasse, con Daldoss portavoce, a una razionaliz­zazione dei temi potremmo definirne alcuni e su questi verificare se ci sono punti in comune».

Nicoletti lancia l’idea di una triade Daldoss-GhezziToni­ni. Su quest’ultimo nome, tirato in ballo più volte, come sono gli animi?

«Dal canto mio l’ho sempre considerat­a un’ottima opportunit­à, siamo in fase di ascolto, stiamo verificand­o la disponibil­ità. Il Pd non è immobile, chi ha firmato quel documento ha portato avanti una scelta politica, senza guardare a partite personali o altro: di questo ci va dato atto».

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Determinat­a Donata Borgonovo Re in una delle ultime assemblee del Pd

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