«Spaccio e degrado, ora recintiamo la Regione»
Ossanna pensa a una barriera in vetro alta due metri. «Droga? Iniziamo dalla scuola»
TRENTO Recintare Piazza Dante? La scorsa estate se ne era parlato in riferimento alla chiusura notturna dei giardini, con l’intendo di ridurre episodi di spaccio e violenza. L’ultima proposta del vicepresidente del Consiglio Regionale del Trentino-Alto Adige Lorenzo Ossanna (Patt) guarda invece a un’altra porzione della piazza, ovvero all’angolo occupato dal Palazzo della Regione. La chiusura, ora, diventa mezzo per «spingere al rispetto di un palazzo simbolo delle istituzioni». «L’idea — spiega Ossanna — è di alzare una barriera trasparente, alta circa due metri, che recinti lo spazio colonnato antistante l’ingresso. Dal momento che, soprattutto quando piove, si creano gruppi di persone che assumono atteggiamenti irrispettosi, vorremmo controllare l’utilizzo che viene fatto di questo piazzale. Non per impedire alla gente di sostarvi, ma per far sì che i comportamenti siano adeguati al luogo».
Mettendo un varco di vetro prima dell’ingresso — varco che verrebbe chiuso di notte, rimanendo di giorno accessibile a chiunque — si vorrebbe sensibilizzare al rispetto delle istituzioni, lasciando certe scene di «degrado» al di fuori della recinzione. Quello che il vicepresidente ha spiegato in conferenza stampa è ancora una proposta. Per il progetto vero e proprio, servirebbe il via libera della soprintendenza per i beni culturali. Sempre per proteggere lo status del palazzo, Ossanna spiega che a breve verrà piantumato il muretto a fianco della fermata dell’autobus di via Gazzoletti, per evitare che la gente ci si sieda sopra. O bivacchi, volendo usare il termine che va per la maggiore. Ossanna, nelle veci di consigliere provinciale, ha poi presentato insieme alla psicologa Patricia Lanzziano Broz un progetto di analisi del fenomeno dello spaccio e dell’uso di droghe. Un atto politico che il consigliere del Patt spera di trasformare in disegno di legge per potenziare la legge scolastica provinciale. O che, in caso di mancata rielezione, arrivi all’attenzione di altri consiglieri. Il «modello di convivenza e governo scolastico» dimostra che per debellare il problema occorre partire dalle scuole, sensibilizzando gli studenti circa i rischi connessi all’uso di droghe.