Cure pediatriche intensive ora anche Trento è attrezzata
Investiti 900.000 euro per una nuova sezione da sette posti letto
TRENTO A conclusione di un anno difficile per il reparto di pediatria dell’ospedale Santa Chiara (il 17 agosto 2017, al quarto piano di largo Medaglie d’oro, sarebbe avvenuto, secondo la procura, il contagio che avrebbe causato la morte per malaria della piccola Sofia Zago), l’unità operativa diretta da Annunziata Di Palma porta a termine il progetto iniziato a fine 2015 di dare vita a un’area per le cure semi-intensive: sette posti letto dedicati alla degenza protetta che consentiranno di ridurre di due terzi i trasferimenti dei piccoli pazienti trentini sottoposti a terapie invasive che li costringono a recarsi al centro di riferimento di Padova. Un investimento complessivo di 900.000 euro, di cui 250.000 donati dall’Associazione italiana contro le leucemie (Ail) del Trentino, che ha consentito anche l’assunzione di 12 nuovi infermieri e sette operatori socio sanitari. La creazione della rete pediatrica provinciale, lo sviluppo della protonterapia, la strutturazione delle cure palliative pediatriche di cui oggi beneficiano fra gli 80 e i 100 bambini e adolescenti e l’afflusso dal pronto soccorso pediatrico (tra i 20 e i 22.000 pazienti all’anno nell’ultimo triennio, il 9% dei quali accolti con codici rossi o gialli) sono i fattori che hanno contribuito alla decisione di migliorare sul piano organizzativo il percorso assistenziale dei bambini «critici», spesso costretti a trasferimenti fuori provincia verso luoghi dotati della terapia intensiva pediatrica. «Una cinquantina l’anno i casi — fa sapere Di Palma — i pazienti più gravi continueranno a essere portati a Padova, ma nel complesso potremo ridurre il fenomeno di due terzi». Anche perché nell’ospedale futuro i
La struttura
I trasferimenti di pazienti verso Padova potranno essere ridotti di due terzi
posti letto per la terapia subintensiva da tre passeranno a sette e due saranno dedicati alla terapia intensiva pediatrica vera e propria. Nei 140 metri quadrati della nuova sezione ci sono tre posti letto in un’area comune attrezzata per i monitoraggi strumentali frequenti al letto del paziente, una stanza dedicata alle attività infermieristiche e quattro stanze singole, tre delle quali dotate di bagno, due con un sistema di areazione a flusso laminare che consente il ricovero di pazienti immunodepressi e una per i bimbi con patologie infettive maggiori. Entro gennaio, inoltre, 11 medici e altrettanti infermieri completeranno il loro percorso di formazione interna ed esterna (due settimane di stage all’ospedale di Bergamo e al Bambin Gesù di Roma).La guida del reparto, secondo quanto annunciato ieri dall’assessore alla salute Luca Zeni, dovrebbe essere affidata da ottobre al direttore di neonatologia Massimo Soffiati.