Ora tremano i sindaci Maggioranze a rischio
TRENTO La segreteria nazionale del Pd si è mossa, piuttosto goffamente e tardivamente, per bloccare lo strappo con il Patt. Perché se poco capisce delle dinamiche trentine, ne sa comunque abbastanza da valutare negativamente il venire meno dell’asse con le forze autonomiste della regione che tante gioie aveva donato al Pd in Senato. In ballo, però, ci sono anche le alleanze comunali.
Al momento, uno scossone senza effetti immediati si è avuto solo a Trento. Gli assessori del Patt, Roberto Stanchina e Tiziano Uez, invitati da Ugo Rossi ad aprire la crisi, hanno fatto spallucce. Il redde rationem, però, è solo rinviato a quando il quadro sarà un po’ più chiaro. Se il Patt prenderà altre strade a livello provinciale come ormai sembra deciso, difficilmente resterà in maggioranza in Comune e Alessandro Andreatta sta già studiando come sopravvivere allo tsunami.
A tremare, però, non sarà solo il capoluogo. Il Patt governa insieme al centrosinistra anche a Riva del Garda, ad Arco, a Lavis, a Baselga di Pinè, a Levico Terme e ad Ala. Insomma, in buona parte dei Comuni del Trentino di un certo peso le amministrazioni sono ormai appese a un filo. Difficile che a chi, nel Patt, spinge già per l’accordo con la Lega riesca l’inversione a U, ma un Patt isolato di certo non regalerebbe stabilità alle maggioranze comunali. Ancor più se, come pare, il civismo proverà a tornare protagonista. Per il Pd, le possibilità di governare nei Comuni caleranno molto.