Corriere del Trentino

Salvini: autonomia, basta sprechi

Il vicepremie­r accusa il centrosini­stra: «Ha buttato i soldi. E gli appalti solo a una ristretta cerchia»

- Di Giovanni Viafora

Il leader della Lega, nonché ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si trova a Pinzolo per un breve periodo di vacanza. Nell’intervista concessa al Corriere entra deciso nel dibattito locale. Partendo dal tema caldo della concession­e A22: «Sono favorevole alla holding del Nordest». Sulle prossime elezioni provincial­i: «Con Fugatti ci prenderemo finalmente il Trentino. Il centrosini­stra ha buttato i soldi». alle pagine 2 e 3

PINZOLO (TRENTO) Sono le 17.30 quando il ministro dell’Interno Matteo Salvini lascia il Lago di Campiglio, dove ha trascorso la giornata a pescare assieme al deputato leghista Alessandro Morelli, per far rientro a Pinzolo. L’auto della scorta lo lascia davanti all’hotel dove soggiorna da martedì: lui esce con la figlia, sei anni, addormenta­ta sulle spalle e si infila in camera. Sono gli attimi in cui viene deciso di far sbarcare i bambini dalla nave Diciotti, dove da giorni sono trattenuti 177 migranti, e l’input parte proprio da qui. Dal cuore di una valle trentina, nuovo crocevia della geografia politica dell’estate. Mezz’ora dopo il vicepremie­r scende nella hall dell’albergo e si siede ad un tavolino di legno chiaro, dove accetta la nostra intervista. Veste pantaloni corti, una maglietta blu degli alpini con il suo nome impresso su una manica e non smette di guardare lo smartphone. «Ma ha letto le minacce di questa società?», esordisce. Parla del comunicato stampa di Atlantia, con cui la società che controlla Autostrade per l’Italia ha fatto sapere

di valutare da un punto di vista legale l’effetto delle mosse del governo?

«Sì, non mi sembra abbiano capito la gravità di quello che hanno commesso. Valutano il peso delle esternazio­ni? Ma valutino il peso del cemento che é crollato in testa alla gente prima. Io i Benetton non li conosco e non faccio processi. Ho letto anche delle feste che avrebbero fatto e se così fosse non sarebbe di buon gusto, ma spero che la famiglia si stia ponendo almeno il problema di come risarcire. A me interessa che venga resa giustizia a quei 43 morti. Però, ripeto, sono lì a parlare di cavilli e di denaro, ma il denaro dovrebbe passare in secondo piano».

Il ministro grillino delle Infrastrut­ture Toninelli pensa che a questo punto la soluzione sia quella di nazionaliz­zare le autostrade. Ma è una strategia che nella Lega non sembra sfondare. Anzi. Il governator­e del Veneto Zaia ieri ha dichiarato che sarebbe un bagno di sangue. Lei con chi sta?

«Sono per la competizio­ne positiva tra pubblico e privato, dunque perché lo Stato faccia poco, ma lo faccia bene. Qui tuttavia c’è un business di miliardi e miliardi ed é giusto prendere in consideraz­ione la possibilit­à che il pubblico torni a controllar­e direttamen­te alcune infrastrut­ture o che, se gestite da privati, torni a esercitare un controllo vero. Anche altri Paesi stanno tornando a controllar­e infrastrut­ture che erano state regalate al privato, penso anche alle ferrovie e alle telecomuni­cazioni. C’è bisogno Maggiore di maggiori controllo controllo». pubblico, debba dice. spettare Ma che alle un regioni? ruolo

«Ci sono alcune regioni che sono in grado di farlo. Veneto, Lombardia ed Emilia per esempio avrebbero le carte in regola. Altre regioni invece vanno aiutate e accompagna­te. È come per l’autonomia». I governator­i del Nordest hanno rilanciato l’idea di una holding regionale per le autostrade. È un’idea che condivide? «Ognuno è in grado di conoscere i suoi pedaggi, i suoi bilanci e io sicurament­e ho letto il bilancio di autostrade: 3.5 miliardi di pedaggi con investimen­ti in sicurezza diminuiti e incassi aumentati. Allora se Zaia, il governator­e del Friuli Fedriga e spero presto Fugatti in Trentino troveranno un accordo, perché no». Lega e M5S sembrano tuttavia avere due filosofie diverse sulle opere. «Io sono sempre per il progresso e per l’andare avanti. Da fare c’era anche la TirrenoBre­nnero che era bloccata da pochissimi e che colleghere­bbe il Tirreno con il Nordest. Alcune infrastrut­ture sono assolutame­nte necessarie».

Ha citato l’autonomia. L’impression­e è che si proceda a piccoli passi. È cosi?

«Per carità non c’è nulla di facile. Zaia chiede tutte e 23 le competenze. Bologna invece era partita con una cosa che era più un gioco politico e poi ci sono i ministeri che per la prima volta nella storia dovranno rinunciare a certe materie. Ma l’autonomia è nel contratto di governo. L’ho detto ai governator­i: non occorre che veniate tutti insieme, l’importante è che sia fatto tutto a regola d’arte. E se Zaia domani mi porta la sua proposta, gliela firmo subito».

Il leader della Lega accusa il centrosini­stra «Ha speso male. E appalti a una ristretta cerchia. Autostrade, sì alla holding»

In Alto Adige l’Svp intanto ha presentato una proposta di autonomia integrale. Addirittur­a con la previsione dell’abolizione della Regione. Si stanno spingendo troppo oltre?

«I servizi sono gestiti bene, però anche lì si può migliorare. E il fatto che abbiano governato per anni con la sinistra e ora si sveglino qualche dubbio me lo fa venire. L’importante è che non si porti via quello che gia c’è. Per quanto riguarda l’abolizione della Regione dico che quando vado a Bolzano mi parlano dei problemi di sicurezza e lo stesso a Merano. Senza parlare dei

problemi legati al lavoro, che iniziano a esserci pure là. Per cui credo che l’abolizione della Regione sia l’ultimo dei problemi onestament­e». A ogni modo l’Italia può ancora permetters­i queste disparità di trattament­o tra regione e regione?

«Io punto molto sul merito. Ci sono comuni ben amministra­ti che meritano di più, altri che hanno speso poco e male. Il fronte bellunese e veneto richiede più autonomia, ma ora l’occasione è dietro l’angolo». Intanto siamo alla vigilia di importanti elezioni. In Trentino il vostro candidato è Fugatti. Partita chiusa?

«Con Fugatti c’è un ottima probabilit­à dopo 20 anni di cambiare le cose. Anche parlando con le persone si capisce che c’è voglia di cambiament­o. Anche in una terra autonoma con una ricchezza che altri non hanno, si é speso male: c’era una ristretta cerchia di chi appaltava e di chi lavorava. Mi piacerebbe una Provincia più aperta. Anche qui c’è un tema di disoccupaz­ione giovanile: ritengo che l’esperienza della sinistra autonomist­a si sia esaurita». Il Patt non farà parte dell’alleanza?

«Chi ha fatto l’assessore o ha governato con la sinistra per vent’anni non governerà con noi. Altra cosa sono quegli amministra­tori o quei consiglier­i che hanno valori autonomist­i e che in alcuni casi incontrerò...».

In Alto adige?

«Vedo in settimana i ragazzi. Da Vipiteno a Merano e Bressanone, c’è la volontà di andare da soli come lista Lega. Sentono l’affetto della gente. E da autonomist­a a uno che mi chiede di andare da solo non posso dire di no. Quanto all’Svp parlo con tutti, ma il fatto che abbiano mandato a Roma la Boschi un po’ mi frena».

Dal Veneto e dal Nordest è partita anche la protesta degli imprendito­ri contro il decreto dignità. Mentre contro i tagli al fondo periferie si è costituito un asse trasversal­e dei sindaci. Non la preoccupa questo movimentis­mo in una delle aree più importanti del Paese?

«Ogni critica è benvenuta se costruttiv­a e vediamo di trasformar­la in fatti. Anche il decreto dignità alla fine dell’iter è arrivato diverso. Sulle periferie c’era una questione di costituzio­nalità che partiva proprio dal Veneto, perché Renzi e i suoi avevano fatto tutto senza coinvolger­e la Regione. Ma se ci sono progetti cantierati vediamo di recuperarl­i. Ho sentito diversi sindaci, quello di Verona per esempio è venuto a Roma con la proposta di spendere il 10 % dell’avanzo di bilancio per assumere polizia locale e la porteremo avanti nelle prossime settimane. Ovviamente al governo siamo in due, non è un monocolore Lega».

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Strategie Matteo Salvini, vicepremie­r e leader nazionale della Lega. Il Carroccio punta a vincere in Trentino e anche in Alto Adige

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