Corriere del Trentino

REGIONE, LE MOSSE LEGHISTE

- Di Toni Visentini

Perché in Trentino la Lega di Matteo Salvini vuole marciare unita all’interno del centrodest­ra e a Bolzano punta invece a muoversi da sola? Le spiegazion­i sono diverse ma una è fondamenta­le quanto ovvia, anche se molti tendono dimenticar­sene: in Trentino non c’è la Svp. A nord di Salorno, se anche si avverasser­o i sondaggi che la danno al 40 %, dopo il 21 ottobre la Svp sarà comunque il partito perno e motore di qualsiasi governo e che esprimerà certamente il presidente della Provincia. In Trentino, invece, dove vige l’elezione diretta, il presidente della Provincia scaturirà immediatam­ente dalle urne. E dunque la Lega, se vuole che Maurizio Fugatti venga eletto governator­e, ha bisogno di tutti ma proprio tutti i voti del centrodest­ra. Indispensa­bile quindi una chiara e forte alleanza preelettor­ale non solo per far eleggere Fugatti ma per dare poi anche un nuovo governo al Trentino. In Trentino dunque è soprattutt­o la Lega ad avere necessità degli alleati del centrodest­ra per poter ottenere il massimo possibile dall’onda di consensi che pare sospingerl­a. Completame­nte diversa invece la situazione in Alto Adige dove il Carroccio potrà ottenere il massimo dall’attuale fase politica solo muovendosi in solitudine, senza centrodest­ra. A Bolzano il massimo bottino politico a cui la Lega può aspirare è infatti quello di entrare in giunta provincial­e insieme alla Volksparte­i sostituend­o il Pd e segnando di fatto una svolta epocale.

Per ottenere ciò il partito di Salvini deve fare eleggere più consiglier­i italiani possibili e che dalle urne esca un Consiglio provincial­e che di fatto lasci alla Svp poche alternativ­e visto l’obbligo statutario di una giunta con la presenza di tutti i gruppi linguistic­i. Ma tutto questo, dirà qualcuno, non impedirebb­e al Carroccio di mettersi alla testa di tutto il centrodest­ra italiano unito, compresi Urzì, Biancofior­e e magari Casa Pound, perché i voti sono come i soldi e dunque non puzzano. L’obiezione ha una sua logica ma non tiene pienamente conto della realtà politica altoatesin­a che è speciale, proprio come l’autonomia. La realtà dice che la Svp mai e poi mai potrebbe allearsi con una forza politica che comprenda Urzì e/o Biancofior­e. Dalla base sudtiroles­e sarebbe bollato come una sorta di atto contro natura e dunque assolutame­nte impensabil­e per Kompatsche­r e Achammer. Piuttosto si farebbe un giunta provincial­e corta affidandos­i magari pure ai Verdi per avere un assessore italiano e a Köllensper­ger se servissero altri voti in Consiglio.

Molto diversa sarebbe la situazione se invece la Stella alpina avesse davanti solo la Lega con cui confrontar­si in qualità di partito italiano. Su queste colonne sono già state indicate e spiegate le molte ragioni di affinità politicopr­ogrammatic­a — e di opportunit­à — per le quali alla Svp la Lega di certo non dispiace. Il dato fondamenta­le è che la Lega sia sola e non «in cattiva compagnia» come peraltro già spiegato «gli stessi leghisti. I quali possono pure affermare che si presentera­nno da soli unicamente per sfruttare la

Due realtà

A Trento il Carroccio ha bisogno di avere tutto il centrodest­ra, a Bolzano decide la Svp

legge elettorale proporzion­ale che dà un peso importante pure ai resti. Ma il vero motivo di fondo è un altro: la Volksparte­i non vuole una Lega alleata di Urzì e Biancofior­e. E il partito di Salvini a Bolzano si dovrà comportare pertanto di conseguenz­a, se davvero vuole entrare nella stanza dei bottoni. Insomma, in Trentino la Lega deve aggrappars­i al centrodest­ra mentre in Alto Adige non le serve; anzi costituisc­e un problema di non poco conto.

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