Federcoop, modifica dell’integrativo
Contratto, novità per i 167 dipendenti. Ceschi: «Incentivare chi se lo merita»
Novità in vista per i 167 dipendenti della Federazione della cooperazione. Accantonato il progetto di sostituire il loro contratto nazionale del credito, poiché è importante in questa fase usufruire di Fondo esuberi e Focc, ci si concentra sul rinnovo dell’integrativo. Il direttore Ceschi: «Serve uno strumento per incentivare chi sta mettendo anima e corpo nella nuova organizzazione». Per la First Cisl Patrizia Amico aggiunge: le risorse saranno redistribuite.
TRENTO Parte la trattativa per la revisione dell’integrativo dei dipendenti della Federazione della cooperazione, per i quali viene accantonata l’ipotesi di cambiare il contratto, rinunciando a quello molto tutelante dei bancari. Il direttore Alessandro Ceschi conferma: «Mi serve uno strumento per incentivare i giovani che stanno mettendo grande impegno in questa fase di cambiamento».
Ad aprile via Segantini ha varato la riorganizzazione della struttura, che ha ceduto il ramo credito (29 addetti) a Cassa centrale banca, in applicazione della riforma. Attualmente i dipendenti sono 167 (150 unità lavorative tenendo conto di 38 part-time). Un paio di anni fa l’ex presidente Mauro Fezzi, in previsione di un abbassamento di risorse, aveva ipotizzato di rinunciare al contratto del credito (applicato quasi a tutti), per risparmiare. Ora il direttore però rassicura: «Non è un tema il cambio di contratto. Stiamo impiegando il Fondo esuberi nazionale e il Focc, per cui non avrebbe senso». Gli fa eco Patrizia Amico, segretaria della Firs Cisl: «Anche se si cambiasse il contratto nazionale applicato, gli stipendi dovrebbero restare allo stesso livello: a quel punto il risparmio economico svanirebbe».
Novità invece arriveranno nell’integrativo, «su cui abbiamo iniziato a discutere in una logica di redistribuzione — prosegue la sindacalista —, poiché entrano meno risorse. Ma finora ci è stato detto che non si intende spendere meno, non si vogliono abbassare gli importi». Ceschi ammette che il tema «risorse» non è ancora stato approfondito, ma assicura: «Se mi si chiede se ci saranno tagli sui fondi di incentivazione, allora dico di no, non ce ne saranno». Il direttore poi approfondisce: «L’integrativo va ripreso in mano perché è datato. Deve essere adattato alla nuova organizzazione della Federazione. Occorre uno strumento per premiare i dipendenti che stanno mettendo cuore e anima in questa transizione. Un incentivo per i colleghi, perché, al di là del “mito” del contratto del credito, posso assicurare che le loro retribuzioni sono di mercato». Par di capire che la premialità diventerà maggiormente meritocratica, ma la trattativa è appena iniziata.
E Ccb? Ormai la nascita della capogruppo è ampiamente avviata, dopo l’ok Bce. «Per ora però non giungono segnali — afferma l’esponente First Cisl —. Ci piacerebbe instaurare relazioni sindacali corrette, ma tutto tace».