Dalle mele anti-allergie ai cereali «antichi»
Centro Laimburg, presentato il report biennale. In corso 350 progetti di ricerca, molti sperimentali
BOLZANO Studiare come curare l’allergia alla betulla con una terapia a base di mele e come dare nuova vita a vecchie varietà locali di cereali non più coltivate. Questi sono due dei tantissimi progetti in corso al Centro di Sperimentazione Laimburg di cui si è parlato ieri durante la conferenza stampa di presentazione del report biennale del Centro.
La pubblicazione, dedicata a illustrare le attività di ricerca e sperimentazione in campo agroalimentare svolte nel 2016 e nel 2017 e i relativi risultati, è indirizzata sia agli specialisti che a tutti coloro che si interessano di agricoltura e trasformazione alimentare.
Molti progetti del Centro sono finalizzati a migliorare e rendere più sostenibile il mestiere di chi lavora nei campi o con gli alimenti, ma molti altri sono indirizzati a tutti.
Dei 350 progetti di ricerca e sperimentazione portati avanti ogni anno dagli oltre 15o collaboratori del centro, AppleCare Italia-Austria (Interreg V-A) per esempio, è volto ad aiutare chi soffre di allergia al polline di betulla.
Il progetto studia se e come sia possibile curare questo tipo di allergia mangiando mele. Forse, nel prossimo futuro, potranno esserci buone notizie per le persone che soffrono di questo disturbo. Il Centro Laimburg e l‘azienda sanitaria dell’Alto Adige collaborano con partner del Tirolo del Nord all’elaborazione di una terapia contro gli effetti dell’allergia prevede un consumo regolato di mele. Gli allergeni della betulla e della mela presentano infatti forti omologie e causano nel sistema immunitario dell’uomo una reazione incrociata.
«Se il nostro approccio trova riscontro, a questi pazienti potrebbe essere messa a disposizione un’alternativa all’immunoterapia di facile applicabilità, che non necessita di alcuna prescrizione medica e il cui costo è contenuto», ha spiegato il responsabile del settore Genomica Applicata e Biologia Molecolare Thomas Letschka, che coordina il progetto.
I pazienti eviterebbero così di dover assumere l’allergene in forma di preparato sintetico per diversi anni al fine di abituare il proprio sistema immunitario e potrebbero semplicemente mangiare la una quantità e una tipologia specifica di mela ogni giorno, come indicato dalla terapia.
Altro progetto interessante in fase di elaborazione al Centro Laimburg - e utile tra gli altri a chi deve seguire una dieta senza glutine ed è sempre alla ricerca di nuovi cereali - è quello dedicato a riscoprire e ridiffondere qualità di cereali antiche e non più coltivate in Alto Adige.
Le varietà locali, tradizionali, che si sono adeguate alle condizioni di coltivazione della loro regione di origine, rappresentano un’eredità “viva” naturale e culturale. In Alto Adige sono già 81 le vecchie varietà non più coltivate. Per salvare questo materiale di grande valore, i ricercatori del Centro curano da decenni una raccolta delle varietà locali.
Per quanto riguarda i cereali, fino al 2016 è stata assicurata la sopravvivenza a 147 varietà locali altoatesine. Per ciascuna di esse sono state raccolte ed inserite in una bancadati le informazioni più importanti riguardanti la loro origine, l‘utilizzo tradizionale ed eventuali fotografie.
Per garantire il più a lungo possibile la germinabilità è necessario cha la conservazione della semente avvenga in modo appropriato. Negli ultimi anni, il Centro di Sperimentazione ha descritto dal punto di vista agronomico e qualitativo varietà locali di segale, farro e grano saraceno, al fine di definire i parametri per un loro rinnovato utilizzo.