«Soldi solo a chi innova veramente»
Filippo Degasperi, il tema dell’innovazione è centrale per ogni governo e lo sarà sempre di più in futuro. Lei si appresta a correre per le elezioni provinciali. In che modo affronterà il nodo startup?
«Anzitutto, mi piacerebbe capire cosa intendiamo per startup. Sono aziende innovative? Bene. Ma devono esserlo per davvero e solo quelle che rispecchiano tali caratteristiche devono essere finanziate».
Non è già così?
«Non proprio. Trentino Sviluppo sostiene per la maggior parte imprese figlie di realtà storiche che di innovativo non hanno proprio niente. Prima di elargire contributi dovremmo fare delle valutazioni di qualità. E sarebbe importante modificare i termini di tali finanziamenti».
Ovvero?
«Nell’ultimo assestamento di bilancio, ho chiesto e ottenuto dalla Provincia che si dilazionino i tempi per i finanziamenti alle startup, cosicché possano completare gli investimenti concordati. Ovviamente, previa mappatura delle meritevoli e solo su esplicita richiesta degli stessi startupper. Non sempre, infatti, quando si sviluppa un’azienda nuova si riescono a rispettare i piani fatti all’inizio. E questo è ancor più vero se parliamo di startup. Inoltre, si devono sostenere gli investimenti, non le rendite. Anche questa è una cosa che abbiamo già fatto presente e che la Provincia ha recepito».
Può farci un esempio?
«Non possiamo dare un contributo per il pagamento degli affitti delle sedi aziendali. È logico che a un imprenditore può far piacere, ma così facendo si alimenta un mercato immobiliare viziato e non si crea nuovo valore».
Molte startup però non riescono a crescere per fatturato e per numero di occupati. Cosa si può fare per favorirne lo sviluppo e far sì che abbiano una ricaduta maggiore sul territorio?
«La micro-dimensione di queste aziende innovative non è un problema. L’importante è che lavorino bene, anche se con pochi addetti e piccoli fatturati. È già positivo che il tasso di mortalità, che qualche anno fa arrivava fino all’80%, oggi si sia ridotto. Continuiamo così: l’innovazione sarà una parte sempre più importante della nostra economia».