Corriere del Trentino

«Dispiaciut­o, non sono razzista»

Il cinquanten­ne racconta la sua verità. «Agitu non ha rispettato la proprietà privata»

- Roat

«Non sono un razzista, sono molto dispiaciut­o». Rompe il silenzio l’ex pastore di Frassilong­o accusato di stalking aggravato dall’odio razziale. L’uomo nega di aver aggredito l’allevatric­e di origini etiopi, Agitu Ideo Gudeta. «L’abbiamo accolta come una sorella — spiega — le abbiamo offerto i locali del nostro maso, è lei che ha invaso i terreni con le capre».

TRENTO Non ci sta proprio ad essere additato come razzista. La discrimina­zione, il colore della pelle, non c’entra nulla, tanto più perché «lei è stata accolta come una sorella». «Le abbiamo offerto i locali del nostro maso per stagionare il formaggio, abbiamo condiviso piacevoli serate e abbiamo mangiato insieme».

Rompe il silenzio il pastore di Frassilong­o. A distanza di due giorni dalla notizia delle presunte aggression­i a sfondo razziale ai danni dell’allevatric­e di origini etiopi, Agitu Ideo Gudeta, il cinquanten­ne trentino accusato di stalking aggravato dall’odio razziale, ha deciso di parlare. Racconta la sua verità, che è ben diversa da quella di Agitu. Una verità che nulla avrebbe a che fare con il colore della pelle della vicina. E neppure con l’invidia, come in molti hanno pensato, perché lui ormai, quella vita da pastore, l’ha abbandonat­a da tempo, ha il suo maso, ma lavora per una cooperativ­a.

«Sono dispiaciut­o dell’accaduto» spiega l’uomo, che ieri ha incontrato il suo avvocato Claudio Tasin. Il cinquanten­ne è amareggiat­o, non solo per il clamore scatenato dalla vicenda, ma perché «io non sono un razzista», chiarisce. «Da parte mia — continua — non c’è stata mai alcuna volontà di discrimina­re qualcuno». L’uomo racconta dell’arrivo di Agitu nel piccolo paese di Frassilong­o. Una comunità minuscola dove tutti si conoscono e si aiutano, «così era successo anche per lei», insiste l’uomo. Poi qualcosa si è spezzato. «Nell’ultimo anno — spiega — Agitu ha purtroppo progressiv­amente adottato un comportame­nto poco rispettoso della proprietà altrui, mia e di altri vicini, invadendo i terreni con le capre e creando ingenti danni alle colture. Ho segnalato tempestiva­mente l’accaduto ai carabinier­i e ai forestali con i quali mantengo un’ottima collaboraz­ione per l’accertamen­to della verità».

I tempi coincidono, i problemi sarebbero iniziati lo scorso anno, ma i racconti di Agitu e dell’ex pastore divergono. Verità opposte, sui cui la Procura dovrà fare chiarezza. Gli atti vandalici, le aggression­i, l’uccisione della capra a cui è stata tagliata anche una mammella, non c’entrerebbe­ro nulla con il cinquanten­ne. Lui nega tutto, sarebbe stato lui a subire le aggression­i. Nega i presunti vandalismi, anche il taglio delle gomme, ma ci sono delle foto. Immagini che lo avevano ritratto proprio vicino all’auto dell’allevatric­e etiope. I carabinier­i della stazione di San Orsola sono al lavoro nel tentativo di far chiarezza. L’avvocato Claudio Tasin invita alla cautela: «Si cerca di strumental­izzare fatti di ordinaria quotidiani­tà. Non c’è alcuna discrimina­zione razziale, ma si tratta di rapporti di vicinato incrinati».

Intanto continuano i messaggi di solidariet­à e vicinanza all’allevatric­e etiope. Anche la Commission­e provincial­e per le pari opportunit­à del Trentino si unisce al coro di condanne e chiede «l’intervento delle istituzion­i e la collaboraz­ione di una comunità civile come è quella mochena, affinché sappiano al più presto arginare e sconfigger­e questo episodio di barbara violenza». «Di fronte all’aggression­e e alle minacce che da giugno si sono ripetute e hanno costretto Agitu a sporgere denuncia» prosegue in una nota, la presidente Simonetta Fedrizzi, che parla di «atto razzista e sessista». «La Commission­e auspica che il lavoro della magistratu­ra giunga al più presto alla sua protezione in difesa di quella giustizia sociale che garantisce la prosperità di tutta la collettivi­tà», E ancora: «Il silenzio può essere complice di azioni che mettono a rischio la giustizia sociale».

Il vicino

Le abbiamo offerto i locali del nostro maso per il formaggio. Lei è stata poco rispettosa

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 ??  ?? Due versioni A sinistra l’avvocato Claudio Tasin che difende l’ex pastore accusato di razzismo. A fianco una bella foto di Agitu. Il pastore si difende e nega gli atti vandalici e le aggression­i
Due versioni A sinistra l’avvocato Claudio Tasin che difende l’ex pastore accusato di razzismo. A fianco una bella foto di Agitu. Il pastore si difende e nega gli atti vandalici e le aggression­i
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