Stelle Alpine, scontro tra Dallapiccola e Viola
I due si contendono la visibilità in lista. L’assessore insiste sull’asse con la Lega
TRENTO
Se l’Upt è a rischio estinzione e il Pd appare subire gli eventi che ha concorso a produrre, anche il Patt non sta troppo bene. Nel consiglio di lunedì sera, Ugo Rossi ha ottenuto la conferma da un’assemblea con un numero legale risicato (49 votanti, 40 sì, 8 no, un astenuto) e, dietro il generale, è già cominciata la guerra dei colonnelli.
L’episodio più significativo si è svolto a margine dell’assemblea e ha visto protagonisti Walter Viola e Michele Dallapiccola. Oggetto del contendere: i posti in lista. Nonostante Rossi ripeta che «il risultato del Patt sorprenderà», tra gli autonomisti l’idea prevalente è che il Patt, in caso di corsa solitaria, possa ambire a due, massimo a tre consiglieri. Uno di questi sarà automaticamente il candidato presidente, lo stesso Rossi. Resta dunque da battagliare per il secondo posto e, con un po’ di ottimismo, per il terzo. Considerato che l’attuale drappello — dopo l’uscita di Walter Kaswalder e l’ingresso di Walter Viola — è di otto consiglieri, si capisce che i delusi a ottobre saranno molti. Viola, da qualche mese consigliere e iscritto del Patt, ha fatto notare all’assessore che il suo peso elettorale sarà maggiore e che il primo posto tocca a lui. Opinione non condivisa da Michele Dallapiccola, che prima ha risposto seccamente al consigliere eletto nel 2013 con Progetto Trentino e poi è intervenuto dal palco per ripetere che il Patt deve aprire subito un canale con la Lega. Una posizione che Dallapiccola aveva già espresso all’indomani della bocciatura di Rossi da parte di Pd e Upt e che il governatore non condivide perché gradirebbe una maggiore compattezza sulla linea indicata: avanti da soli, almeno fino alle elezioni. Insomma, tra le Stelle Alpine si dice che l’asse fino a ieri d’acciaio tra Rossi e Dallapiccola mostri di essere meno brillante di un tempo, tanto che nel pomeriggio di ieri circolava un’indiscrezione: Dallapiccola avrebbe fatto sapere che potrebbe non essere candidato.
Intanto, il capogruppo Lorenzo Ossanna teme la ridiscesa in campo di Franco Panizza, suo mentore. In quel caso, non ce ne sarebbe per nessuno: il più votato del Patt sarebbe ancora lui e non solo in val di Non. Dei dirigenti, l’ex senatore è ancora il più popolare nella base di un partito sì piegato, ma ancora forte di 70 anni di tradizione e abituato a sentirsi dare per spacciato.
E mentre alcuni consiglieri provano a cercare altre liste che li accolgano, i tesorieri attendono ancora che gli eletti versino la quota di indennità che avevano promesso al partito e che ora preferirebbero tenere come bonuscita.
Incognita Panizza
Se l’ex senatore sarà in pista si confermerà con ogni probabilità il più votato facendo ombra agli altri