Sciortino: «È stato un conflitto nato dall’integrazione»
Il sociologo riflette sui fatti di Frassilongo. «Nell’aggressore senso di invidia, non di superiorità»
TRENTO «Potrebbe essere quasi una buona notizia». Corre sul filo del paradosso il sociologo Giuseppe Sciortino, docente dell’università di Trento e studioso dei fenomeni migratori, riflettendo sul caso di Agitu Ideo Gudeta.
La politica abbassi i toni, tutte le posizioni si possono esprimere con misura
Professor Sciortino, che idea si è fatto dell’episodio?
«In questa brutta storia c’è un aspetto positivo. Non è un conflitto di marginalità, ma un episodio che parte da una vicenda di integrazione».
Cioè?
«La signora è un’agricoltrice, protagonista di una vicenda di successo. Nell’altra persona, da quel che ho letto dalle cronache, sembra quasi emergere un sentimento di invidia che si manifesta con forme razziste. Non c’è, dunque, il sentimento di superiorità che, di solito, emerge in chi aggredisce».
Come contrastare gli episodi di intolleranza razzista?
«Se si supera il segno è giusto e doveroso che intervengano le forze preposte all’ordine pubblico, come in tutti i casi di prevaricazione»
Quanto pesa una politica che usa le parole come pietre?
«Sarebbe opportuno un abbassamento dei toni. Si possono esprimere contrarietà alle politiche sull’immigrazione senza dichiarazioni da Rodomonte»
Insomma, i linguaggi contano
«Certo, ma da soli non spiegano un Paese divenuto più ostile verso gli stranieri. Più ostile di Ungheria e Polonia, ma anche della Francia colpita dal terrorismo. Fino al 2009, con l’avvio della crisi, arrivavano soprattutto immigrati in cerca di lavoro che, impiegandosi, si integravano. L’aumento delle persone in cerca di protezione, con le tutele che devono essere loro garantite, unita al contesto economico e politico, portano a un aumento dell’insofferenza. Con linguaggi e comportamenti che, solo pochi anni fa, non sarebbero stati mai legittimati».
Vale anche in Trentino?
«In Trentino l’integrazione è più avanti. Le dichiarazioni della signora Agitu lo confermano, con equilibrio. Testimonia che per un caso di rancore, ci sono molteplici rapporti positivi di relazione consolidati, vissuti alla pari».
In autunno ci sono le elezioni provinciali. È prevedibile un innalzamento dei toni?
«Il rischio in campagna elettorale è forte, ma mi auguro che, se proprio si deve, si litighi su altri temi».