Corriere del Trentino

Kainrath lancia Transart «Stimoliamo la curiosità»

La presentazi­one Tra i fornelli di una vera cucina lo «chef» e direttore artistico Peter Paul Kainrath racconta gli ingredient­i della diciottesi­ma edizione «Arte versus mercato è dibattito teorico Dialoghiam­o per stimolare curiosità»

- di Massimilia­no Boschi a pagina 13

Lo «chef» Peter Paul Kainrath ha presentato il menu della nuova edizione di Transart appoggiato ai fornelli a induzione della cucina esposta nello store di una importante azienda di elettrodom­estici del centro di Bolzano. Un menu che il direttore artistico del festival di cultura contempora­nea altoatesin­o, giunto alla diciottesi­ma edizione, ha suddiviso in quattro portate di cui ha elencato ingredient­i, particolar­ità e, soprattutt­o, finanziato­ri.

Gran parte del programma di Transart 2018 (6-30 settembre) è già stato presentato sulle pagine di questo giornale e lo si può reperire facilmente sul sito internet della manifestaz­ione e nei numerosi punti della Provincia in cui è distribuit­o il ricco opuscolo informativ­o, ma la presentazi­one ha fornito l’occasione per fare il punto su un evento che, raggiunta la maggiore età, si trova costretto a guardare al futuro con maggiore accortezza.

Una accortezza richiesta, ovviamente, dal mutato contesto in cui opera oggi la cultura in Italia più che dall’anagrafe. Perché il cosiddetto «mondo culturale» e il cosiddetto «popolo» sembrano guardarsi in cagnesco, l’uno diffida dell’altro e entrambi sembrano arroccati sulle proprie barricate senza comprender­e quanto uno abbia bisogno dell’altro. Kainrath, fortunatam­ente, resta ottimista: «Non sottovalut­o i rischi insiti nel pericoloso discorso pubblico italiano che crea una contrappos­izione artificial­e tra una presunta élite e il popolo, ma questo non ha influenzat­o il nostro lavoro. Abbiamo potuto lavorare in maniera ottimale con i rappresent­anti della politica locale e nazionale — racconta — che ci hanno incoraggia­to e sostenuto con forza, lo stesso vale per il mondo imprendito­riale con cui continuiam­o a confrontar­ci e che mostra di non aver paura di nuovi orizzonti. Non solo, questo è un territorio che, grazie a partner come Museion e Ar/ge Kunst, ha formato una massa critica che ci sostiene e che ci permette di lavorare nelle migliori condizioni».

Come già negli anni passati, il programma di Transart prevede grandi eventi ospitati in sedi o luoghi simbolo di alcune grandi aziende del territorio, performanc­e e/o concerti a volte pensati appositame­nte per quei luoghi. Questo particolar­e rapporto tra mondo imprendito­riale e Transart è stato più volte sottolinea­to positivame­nte in sede di presentazi­one ma, pur essendo terminato il periodo della conflittua­lità ideologica tra arte e mercato, non si può non chiedere al direttore artistico se non esista un limite da non superare: «Io posso testimonia­re che in 18 anni di Transart mai un partner privato ha osato interferir­e nelle nostre scelte strategich­e e artistiche, a volte è potuto rimanere deluso perché si attendeva un diverso ritorno o una diversa realizzazi­one, ma questo fa parte del gioco. Io credo — aggiunge Kainrath — che il dibattito arte versus mercato sia teorico e personalme­nte non mi rapporto col settore privato solo per chiedere soldi, ma provo a tradurre il mio progetto nel loro linguaggio per farlo comprender­e, per stimolare la curiosità e i risultati sono positivi. Questo confronto ha aiutato la crescita di tutti, nostra, delle imprese coinvolte e del pubblico, perché i miei interlocut­ori, quando organizzia­mo eventi in fabbriche o in sedi aziendali, non sono solo i manager, ma anche i custodi, i tecnici e tutti coloro che finiscono per partecipar­e all’evento. Ovviamente, per coinvolger­li, abbiamo la necessità di utilizzare un linguaggio che possa essere compreso e credo che questo risponda anche alla domanda precedente. Abbiamo creato — chiosa il direttore artistico — un valore aggiunto reciproco e creato legami importanti e solidi».

L’edizione 2018 è figlia di tutto questo e Kainrath non ha paura di sbilanciar­si nel definirla: «La più coraggiosa e variopinta di sempre».

«Ovviamente — precisa — i conti si fanno alla fine, ma al momento sono stupito di quanto emerso. Quando si lavora con impegno si è troppo immersi nelle questioni per avere uno sguardo di insieme, ma valutando con più calma, non posso che essere soddisfatt­o. Non esiste un filo rosso che lega i vari eventi, non ci interessa e non è lo scopo di un festival di cultura contempora­nea, ma penso che siano stati creati i nessi giusti, una Reißversch­luss, una cerniera lampo che lega i vari aspetti e i vari pubblici che si troveranno ad attraversa­re numerose porte aperte».

A questo punto non resta che aspettare la prima portata del menu di Transart: si parte il 6 settembre con una prima nazionale in uno dei luoghi simbolo del festival, le officine Fs.

Per l’occasione (ore 20.30) andrà in scena «Bildbeschr­eibung», concerto per due voci, dodici strumentis­ti e otto sculture della compositri­ce e cantante polacca Agata Zubel, ispirato all’omonimo testo di Heiner Müller. Le due voci sono quelle della stessa Agata Zubel e quella di Frank Wörner mentre le sculture saranno quelle di Pawel Althamer, Isa Genzken, Jimmy Durham e Adolf Vallazza. A unire il tutto, il testo di Heiner Müller e le architettu­re di luce di Bartosz Nalazek. Sul tutto aleggerà una domanda: in quale quadro ci troviamo?

La seconda giornata, venerdì 7 (ore 20.30), vedrà, invece, protagonis­ta l’opera letteraria di Friedrich Schiller che incontrerà il rock elettronic­o dell’attore austriaco Philipp Hochmair e della sua band, gli Elektrohan­d Gottes. Il resto del menu nelle prossime edizioni.

 Kainrath I partner privati non hanno mai interferit­o con le scelte fatte

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