Corriere del Trentino

«Imbraccio uno strumento musicale per portare la pace»

Neri Marcorè chiuderà i Suoni delle Dolomiti ad Arte Sella. «L’ascolto e l’arte antidoto alla guerra»

- Fabio Nappi

Il poliedrico Neri Marcorè mette venerdì il sigillo sull’edizione 2018 dei Suoni delle Dolomiti, che si chiude a Malga Costa in Val di Sella (ore 17) con il progetto speciale «E intanto si suona». Un lavoro corale sul tema della guerra ideato da Mario Brunello e Alessandro Baricco, per il quale Giovanni Sollima ha scritto una composizio­ne ad hoc e in cui l’attore marchigian­o è la voce narrante. L’ingresso è di 15 euro con prenotazio­ne obbligator­ia allo 0461/751251: in caso di maltempo l’evento si terrà all’Auditorium del Polo Scolastico di Borgo Valsugana (ore 21). Marcorè sarà protagonis­ta in regione anche di altri due eventi in cui metterà a nudo la sua anima più musicale. Venerdì 7 settembre all’Auditorium S. Chiara di Trento (ore 21), nell’ambito dell’evento «Di guerra e di pace» di Emergency, imbraccerà la chitarra nello spettacolo «Canzoni contro l’odio», assieme a Guia, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini (voci e chitarre), mentre sabato 15 a Fai della Paganella (ore 21) presenterà «Le mie canzoni altrui» in occasione della prima edizione di «Orme - Festival dei Sentieri».

Marcorè, Qual è il suo ruolo in questo progetto corale che chiude i Suoni delle Dolomiti?

«È una proposta arrivata dall’amico Mario Brunello, col quale ho avuto il piacere di fare spettacolo altre volte in passato. Qualità garantita, quindi facile dire di sì anche a scatola chiusa, tanto più all’interno di un festival che amo tantissimo, al quale partecipo ogni volta che posso. In questo caso sarò la voce narrante e quella di chi si ribella alla guerra imbraccian­do uno strumento musicale anziché un fucile».

Qual è la sua personale forma di resistenza e protesta contro la guerra?

«La parola guerra ha tante declinazio­ni ed accezioni. Nel senso stretto del termine abbiamo la fortuna di non conoscerne il significat­o da più di settant’anni ma lo scontro tra civiltà è quanto mai attuale e ci riguarda da vicino. Il timore di perdere le nostre rendite di posizione innesca guerre subdole che si radicano nei nostri pregiudizi e ignoranza. Credo quindi che l’unico modo di opporsi alla guerra, oggi, qui, sia diffondere una cultura di ascolto reciproco, rispetto, apertura mentale e accoglienz­a. In questo senso l’arte svolge un ruolo davvero prezioso».

L’idea di RisorgiMar­che le è stata ispirata in parte da un Festival come i Suoni delle Dolomiti?

«È così, l’ho dichiarato più volte. Oltre a tutti gli aspetti di promozione di un territorio ricco e affascinan­te che rischiava di essere escluso dalle mete turistiche, con un aggravio sulle economie locali già duramente colpite dal sisma, mi sembrava simbolicam­ente bello e utile che uomo e natura si riconcilia­ssero in qualche modo, ritrovando ritmi più consoni attraverso le camminate per raggiunger­e i concerti nonché un senso di comunità e solidariet­à».

Quale il suo rapporto con il Trentino dove tornerà a breve con due diversi progetti?

«È una terra che mi piace tantissimo dove torno sempre volentieri, non solo per ragioni di lavoro. Paesaggi, gastronomi­a, vini, civiltà ed eventi culturali: al Trentino non manca davvero niente».

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Talento L’attore Neri Marcoré durante uno dei suoi sketch teatrali

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