La ripresa c’è, ma Trump spaventa
Fatturato e occupazione crescono. Bort: gli imprenditori temono le turbolenze internazionali
Le imprese del Trentino beneficiano dell’ondata positiva dell’economia, facendo segnare un secondo trimestre molto soddisfacente, con una crescita del 5,9% su base annua. L’occupazione, nello stesso periodo, è salita del 2,4%, nonostante gli ordinativi denuncino una lieve flessione dello 0,2%. La prospettiva, però, non è rosea per il timore di instabilità, come spiega Gianni Bort. «I dazi di Donald Trump creano incertezza» sottolinea il presidente della Camera di commercio che, invece, è pare meno impensierito dal quadro nazionale. «Non credo che la situazione del governo preoccupi le aziende».
TRENTO Le imprese del Trentino beneficiano dell’ondata positiva dell’economia, facendo segnare un secondo trimestre molto soddisfacente, in particolare grazie alla ripresa della domanda locale. La prospettiva futura però non è così rosea: gli imprenditori intervistati dalla Camera di commercio temono le turbolenze dei mercati finanziari e in senso più ampio gli annunci bellicosi provenienti in primis dagli Stati Uniti, come nota il presidente Gianni Bort.
Il punto di partenza sono le proiezioni del Pil nazionale, che, confermato un +1,5% nel 2017, dovrebbe rallentare all’1,2% nel 2018 e all’1% nel 2019. Allo stesso tempo le economie avanzate passeranno da un +3,7% del 2017 a un +3,9% per l’anno in corso, mentre le emergenti sono date a un +4,7% nel 2017 e a un +4,9% per il 2018.
Il polso della situazione, fornito dall’indagine trimestrale della Camera di commercio e ricavato dall’intervista di un migliaio di imprese, dà segnali molto positivi per il periodo aprile-giugno 2018. Il fatturato complessivo è aumentato del 5,9% rispetto a un anno fa, grazie soprattutto alla domanda interna alla provincia, che cresce del 7,6%, mentre quella nazionale viaggia a un +3,8%. Le esportazioni continuano a mantenere un andamento positivo, ma accusano un rallentamento rispetto all’anno scorso, pur facendo segnare un +4,8%.
Distinguendo in base alla grandezza delle aziende, si nota come la media dimensione arrivi ad aumentare il fatturato mediamente dell’8,4%, quella più grande (oltre i 50 addetti) è in scia con un +7,3%, mentre la piccola si ferma a un +1,4%, in rallentamento rispetto al +3,8% del trimestre precedente.
Guardando ai settori ci si accorge di un’importante novità: da tre trimestri le costruzioni, in passato pesantemente colpite dalla crisi, stanno crescendo. L’occupazione è stabile, ma il fatturato cresce del 16,2% e il valore della produzione del 10,8%. In questo caso pesa molto la domanda interna, smossa anche grazie a incentivi pubblici, per cui l’impresa decide finalmente, dopo anni, di investire nell’adeguamento del suo immobile, innescando dinamiche positive nel mercato. Un esempio: Confcommercio sta terminando la ristrutturazione della sua sede, in impegno da circa 3 milioni di euro. Anche il settore estrattivo fa segnare un +26,8%, ma la base di partenza è così ridotta che basta una commessa importante per condizionare la rilevazione. Manifatturiero, commercio al dettaglio, trasporti e servizi alle imprese sono sopra il 5%, mentre il commercio all’ingrosso rallenta a un +1,8%. Il focus sulle imprese artigiane è molto positivo: +7%, grazie alla domanda locale (+7,9%) e nazionale (+8,4%). I dati dell’occupazione in media indicano un aumento del 2,4%, con manifatturiero e servizi a farla da padrone. Anche in questo caso le medie e le grandi imprese crescono rispettivamente del 3,1% e del 5,2%, mentre quelle sotto i dieci dipendenti calano dello 0,9%. Forse però è la variazione tendenziale degli ordinativi a far temere di più che questo vento possa calare d’intensità. Gli imprenditori, infatti esprimono un lieve pessimismo per il futuro. Il giudizio sulla redditività e la situazione economica negli anni ha visto calare notevolmente gli insoddisfatti e crescere gli ottimisti, però ora si sta registrando una piccola inversione di tendenza: il problema è capire se troverà conferma. Anche se viene chiesta un’opinione sull’andamento fra un anno, la sensazione è simile: un po’ in calo gli ottimisti, in ripresa chi sostiene che il mercato subirà una contrazione. Bort dà una sua lettura: «L’incertezza pesa e crea rallentamento. Il petrolio che cresce, la politica di dazi del presidente Usa Trump, l’instabilità in Turchia: tutto contribuisce a rendere meno vivace la ripresa, specie in un’Italia fragile». E il nuovo governo giallo-verde? «È vero che gli imprenditori sono sensibili agli annunci, ma non credo che la situazione del governo nazionale preoccupi le aziende».
Sentiment
Gli ottimisti sono in crescita, i pessimisti in calo, però c’è un’inversione di tendenza