Caos vaccini, alta tensione e proteste: diffide in arrivo
No-vax, protesta a Villazzano. Ferrario: collocati in stanze con i genitori
Si infittisce lo scontro tra la Provincia e le famiglie dei bambini non in regola con gli obblighi di vaccinazione previsti dalla legge Lorenzin. In risposta alla rivendicazione del comitato «Uniti per Ovideo» e dei gruppi riuniti nella sigla «Nessuno escluso», arrivano le prime diffide. Il Dipartimento della conoscenza sta preparando i documenti e sono in arrivo tra le 20 e le 25 diffide per i genitori che stanno entrando negli asili con i propri figli non immunizzati. Ieri a Villazzano è scoppiata la protesta e sono arrivati carabinieri e polizia locale. Sono già partite le prime querele contro gli operatori scolastici per le esclusioni. Ferrario: «Bimbi collocati in stanze con i genitori».
TRENTO Si infittisce lo scontro tra l’istituzione provinciale e le famiglie dei bambini non in regola con gli obblighi di vaccinazione previsti dalla legge Lorenzin, in vigore malgrado gli annunci in senso contrario del governo Lega-5 stelle. Alla rivendicazione del comitato Uniti per Oviedo e dei gruppi riuniti nella sigla «Nessuno escluso», che fanno leva sulla mancanza di provvedimenti individuali per l’esclusione dalle scuole materne, risponde il Dipartimento della conoscenza. Sono in arrivo tra le 20 e le 25 diffide per i genitori che stanno entrando negli asili con i propri figli non immunizzati. Intanto, a Roma l’esecutivo ha fatto dietrofront in materia cancellando la norma del decreto Milleproroghe che avrebbe tolto l’esclusione dei bimbi non vaccinati da nidi e asilo, rimandando la questione a una trattazione organica della materia.
La terza giornata di apertura delle materne ha visto il presidio alla materna «Officina degli gnomi» di Villazzano 3. Genitori e rappresentanti del comitato Uniti per Oviedo hanno protestato per le mancate ammissioni, come quella di un bambino di tre anni e mezzo affetto da autismo e risultato non conforme a tutti gli obblighi vaccinali (Corriere del Trentino di ieri). Il bimbo è rimasto a casa, i familiari invece si sono recati presso la scuola. Oltre alla polizia locale, presente sul luogo, sono arrivati anche i carabinieri, dalla stazione di Mattarello, chiamati dai partecipanti al presidio. «Senza un provvedimento individuale — nota Sara Graziadei, avvocatessa del comitato — non esistono le motivazioni giuridiche per impedire a un bambino l’accesso alla struttura ostacolando il suo diritto all’inclusione scolastica». «Abbiamo chiamato le forze dell’ordine perché così si configurano diversi reati, dall’interruzione di pubblico servizio, fino alla violenza privata». Sono le ipotesi di reato contestate nelle querele presentate contro gli operatori scolastici per le esclusioni. «O faranno entrare i bambini — aggiunge Graziadei — altrimenti le querele saranno sempre di più, abbiamo 200 iscritti all’associazione». Alla fine, i carabinieri della compagnia di Trento non hanno ravvisato elementi per una denuncia.
Di fronte alle iniziative dei critici delle vaccinazioni (anche se, precisa Chiara Agostini del comitato, «non siamo anti-vaccinisti, diciamo però che tutti questi vaccini in queste modalità non sono utili e sono imposti in modo coercitivo, senza tenere conto degli effetti») risponde la Provincia. Luca Zeni, assessore alla salute, è netto: «La nostra posizione è che i vaccini sono importanti e l’obbligo è coerente con la tutela della salute di tutti, anche per i 10.000 bambini in Italia che non si possono vaccinare. Secondo, esiste una legge, occorre adeguarsi e la maggioranza delle persone l’ha fatto. Se poi il parlamento la cambierà, ci adegueremo, ma finché c’è si rispetta. Sarebbe inoltre corretto che i genitori portassero avanti le loro convinzioni senza esporre i propri figli a situazioni traumatiche».
Zeni
«I genitori portino avanti le loro convinzioni senza traumatizzare i figli»
Graziadei
«Le denunce cresceranno. Non esistono le motivazioni per l’esclusione»
Quanto alle diffide, sono atti amministrativi che nell’ottica del Dipartimento serviranno come supporto a personale scolastico e forze dell’ordine chiamati a fronteggiare le situazioni di esclusione. Sono tra le 20 e le 25, nota Ferrario, rispetto «a 500 casi di bambini non conformi agli obblighi, i cui genitori in parte stanno provvedendo, a loro volta su 14.924 iscritti alle scuole dell’infanzia, da 3 a 6 anni». «Nessuno — aggiunge — è stato collocato da solo in stanze isolate ma con i propri genitori». Alle elementari dove è prevista solo la multa i non conformi sono un migliaio. Dalla prossima settimana si apre un nuovo capitolo.