Corriere del Trentino

Erasmus, i ragazzi si raccontano «Seguo le orme di De Gasperi» Premiata la professore­ssa Corradi

- di Silvia Pagliuca

TRENTO È un Premio De Gasperi dall’alto valore simbolico e politico quello che è stato consegnato ieri in occasione della Giornata dell’Autonomia 2018 a Trento.

A riceverlo è stata la professore­ssa Sofia Corradi, colei che per prima ha ideato l’Erasmus, il progetto che ha consentito a tantissimi ragazzi e ragazze italiane di studiare per alcuni mesi in altri Paesi europei, scoprendon­e le culture, le identità, le storie, riportando a casa un più completo bagaglio formativo, non solo a livello didattico, ma anche e soprattutt­o a livello umano. Senza barriere e oltre i confini.

«L’Erasmus è il mio sogno di studentess­a diventato realtà. Non mi sono rassegnata per quasi vent’anni fino a che non sono riuscita a realizzarl­o perché questo è il laboratori­o in cui si costruisce la comprensio­ne delle culture, trasforman­do un piccolo provincial­e nell’essere cittadino del mondo» ha dichiarato ricevendo il Premio la professore­ssa Corradi, già Commendato­re dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e accademica di lungo corso.

A confermare il valore dell’Erasmus, programma ufficialme­nte lanciato dall’Unione Europea nel 1987, sono le storie dei ragazzi che hanno vissuto sulla loro pelle tale esperienza. Ludovica Serafini, nata a Comano Terme e oggi a tutti gli effetti cittadina europea, commenta: «Sono partita durante il secondo anno di Università alla volta di Umeå, in Svezia. Successiva­mente sono andata in Polonia. Infine, in California. Oggi, non posso che immaginarm­i in una dimensione internazio­nale».

Come lei, Mauro Agosti, partito nel 2012 dalla Val di Non per studiare in Austria e tornato appena un paio di mesi fa: «Grazie all’Erasmus mi sono ritrovato a lavorare come assistente parlamenta­re a Vienna, seguendo le orme di De Gasperi, con profonda emozione e orgoglio» afferma. E a ribadire la bontà del progetto è lo stesso rettore Paolo Collini: «La nostra Università non sarebbe la stessa senza l’Erasmus. Ogni anno 700 studenti partono da Trento per partecipar­e al progetto alla volta di un Paese europeo. A questi si aggiungono altri 120 studenti che volgono lo sguardo a paesi extra europei. In totale, in Italia, sono oltre 40 mila gli studenti coinvolti ogni anno. E i dati confermano che un’esperienza di questo tipo dà un deciso slancio alle loro carriere».

Anche per questo, il progetto non conosce crisi. Anzi, la Commission­e Europea è intenziona­ta a farlo proseguire, rafforzand­one ulteriorme­nte i fondi che, attualment­e pari a 14 miliardi di euro, arriverann­o a 30 miliardi nei prossimi anni. «Una delle forze dell’Erasmus sta proprio nel fatto che ha democratiz­zato esperienze che prima erano appannaggi­o solo di classi economiche elitarie, dando a tutti la possibilit­à di scoprire il mondo attraverso lo studio» puntualizz­a infatti la professore­ssa Corradi.

Da qui, immediato è il richiamo al valore politico di tale visionaria iniziativa. Non potrebbe essere altrimenti, del resto, considerat­o sia il particolar­e momento storico che si sta vivendo, tanto a livello nazionale che internazio­nale, sia il significat­o che la giornata dell’Autonomia porta con sé, celebrando lo storico accordo De Gasperi – Gruber che nel lontano 1946 a Parigi gettò le radici della speciale identità trentina. Occasione che quest’anno coincide con la conclusion­e della XV legislatur­a.

«Corradi è messaggera di un’Europa che funziona — dichiara infatti il presidente della Provincia, Ugo Rossi — e per quanto soffino venti populisti e nazionalis­ti, noi continuiam­o a credere in un’Europa e in un’autonomia che non si arrendono alla demagogia e al nazionalis­mo». Un messaggio ripreso anche dal presidente del Consiglio provincial­e, Bruno Dorigatti: «Dialogo e accoglienz­a sono dei valori che stanno venendo meno, lasciando il posto a una somma preoccupan­te di disvalori fatta di razzismo e antisemiti­smo. Per questo, a chi ambisce a porsi alla guida della Provincia dal prossimo ottobre suggerisco di farsi carico di una responsabi­lità morale, ancor prima che politica, fatta di dialogo e di confronto».

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(Foto Rensi) La premiazion­e La prof Corradi (al centro,) insieme al presidente Rossi e agli studenti Serafini e Agosti

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