«Memc» Merano cresce del 25% l’elettronica trascina il business
Monocristallo di silicio per Sony e Samsung. Solland, svuotamento in sicurezza
BOLZANO I numeri parlano di una costante crescita in un mercato che è diventato più stabile e meno soggetto a fluttuazioni stagionali, con percentuali significative di crescita. In estrema sintesi è questa la fotografia dello stabilimento Memc di Merano che produce monocristallo di silicio per l’elettronica. È il rovescio della medaglia che sull’altro verso ha le vicende di Solland Silicon, stabilimento gemello che produceva policristallo e purtroppo fallito dopo le note vicende che l’hanno caratterizzato.
«Oggi — spiega il presidente di Memc e direttore dello stabilimento di Merano Mauro Pedrotti — siamo una società del Gruppo Global Wafers che ha sedici stabilimenti nel mondo, di cui quattro in Europa (Italia, Polonia e Danimarca ndr). Diamo lavoro a 250 persone a Merano e 750 a Novara e siamo i fornitori di clienti di assoluto livello mondiale come Samsung, Sony, Bosh, la Infineon (ex Siemens) e la Nxp (ex Philips)». Il monocristallo di silicio è il principale componente dei semiconduttori utilizzati nel settore dell’elettronica. «Siamo in un momento molto favorevole del mercato — prosegue Pedrotti — grazie all’impiego massiccio dei dispositivi elettronici in molti campi. Non parliamo solamente dei cellulari e dei computer, ma del mercato della domotica, dell’automazione industriale e soprattutto di quello delle automobili elettriche o ibride. Si calcola che nel 2030 il 30% delle vetture in circolazione sarà di questo tipo. Sono vetture che fanno grande utilizzo di dispositivi elettronici alla cui base ci sono i semiconduttori che vengono realizzati grazie al nostro monocristallo».
Dunque se da un lato Merano accusa il colpo della chiusura della Sollan Silincon e della perdita del posto di lavoro per un centinaio di dipendenti, dall’altro può contare sulla presenza di uno stabilimento fiorente. «Un mercato più stabile e aperto a nuovi settori — sottolinea Pedrotti — significa continuità operativa dello stabilimento nel quale stiamo realizzando un aumento del 25% della capacità produttiva installata e di conseguenza sicurezza del posto di lavoro». Si stima un aumento del fatturato a livello di gruppo del 20%, percentuale che è riproponibile anche a livello italiano. I tassi d’incremento vanno dal 3% nel settore della telefonia mobile al 9% del settore dell’automazione industriale. «Nel 2017 abbiamo prodotto 950 tipi diversi di barre di silicio per i nostri committenti, ciascuno con esigenze e specifiche ben diverse — spiega Pedrotti — con il quale abbiamo realizzato uno sviluppo tecnologico sui nostri impianti grazie alla professionalità e all’esperienza che la nostra gente ha maturato». Molto importante il ruolo che Memc sta svolgendo nel programma di dismissione dell’impianto Solland Silicon, azienda che non ha più alcun collegamento con Memc. «Su ordinanza della Provincia stiamo curando la manutenzione e la sicurezza dell’impianto, utilizzando personale ex Solland Silicon oggi in carico ad un’agenzia d’intermediazione del lavoro — spiega Pedrotti —. Stiamo svuotando l’impianto dal triclorosilano (unico elemento di pericolo esistente nello stabilimento ndr) trasformandolo in policristallo che poi sarà venduto dai curatori fallimentari di Solland. Invece di procedere allo svuotamento che sarebbe stato un lavoro mai tentato in precedenza e con alcuni rischi, abbiamo preferito adottare questo procedimento. Il processo — conclude Pedrotti — sarà terminato entro ottobre, dopodiché nessun elemento di pericolo ci sarà più per la popolazione residente in quanto le lavorazioni della Memc sono di tipo tecnico e meccanico e non chimico e che comunque sottostanno a rigide norme di certificazione ambientale, energetiche, di sicurezza e di qualità». Per il 29 settembre Memc ha organizzato una giornata di porte aperte.