Corriere del Trentino

Lavoro nero, sindacati in allarme

Zabbeni: «Qualcosa non funziona anche nel nostro territorio» L’ente bilaterale dell’agricoltur­a servirà a prevenire irregolari­tà

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TRENTO Genera preoccupaz­ione nel sindacato l’accertamen­to di nuovi casi di sfruttamen­to del lavoro in agricoltur­a, dopo la scoperta dei 15 lavoratori in nero nella zona di Avio. «Nell’ultimo anno l’azione ispettiva dell’Inps ha portato all’emersione di diverse situazioni di irregolari­tà e di lavoro nero che ci preoccupan­o moltissimo — ammette Maurizio Zabbeni, segretario provincial­e della Flai Cgil —. È il segnale che qualcosa non funziona anche nel nostro territorio. Il ripetersi di questi casi, infatti, impone di aumentare l’attenzione. Diamo atto all’Istituto di aver svolto in questi mesi un’azione capillare per mettere allo scoperto condizioni di irregolari­tà che non devono trovare nessuna giustifica­zione».

È compito di tutti, però, assumersi responsabi­lità di fronte a queste situazioni. «Ci sono evidenteme­nte realtà che pensano di essere competitiv­e sul mercato giocando sulla pelle dei lavoratori. Non è ammissibil­e: il contrasto allo sfruttamen­to dei lavoratori è responsabi­lità di tutti — insiste Zabbeni —. Le imprese che si avvalgono di queste cooperativ­e che offrono pacchetti completi per la gestione delle raccolte non hanno giustifica­zione alcuna».

Flai Cgil, dunque, sollecita un ulteriore rafforzame­nto dei controlli e delle misure di prevenzion­e. «È altrettant­o importante dare efficacia alle norme che già esistono per contrastar­e illeciti e sfruttamen­to come è il caso della legge sul caporalato che come sindacato abbiamo voluto fortissima­mente e che adesso rischia di essere archiviata dall’attuale maggioranz­a di governo — ricorda Zabbeni —. Per quanto ci riguarda il contrasto del caporalato e dello sfruttamen­to della manodopera non può mai essere fatto passare come un mero appesantim­ento burocratic­o per le aziende».

E proprio nell’ambito delle misure di prevenzion­e delle irregolari­tà partirà in Trentino, entro la fine dell’anno, il nuovo ente bilaterale dell’agricoltur­a che potrà essere uno strumento a servizio della nuova rete del lavoro di qualità, che dovrà essere necessaria­mente attivata anche in provincia di Trento. Si tratta di una misura prevista dalla legge di contrasto al caporalato che solo pochissime realtà territoria­li stanno attuando. «L’ente bilaterale avrà il compito anche di promuovere la creazione di una cabina di regia per organizzar­e un presidio capillare sul territorio e prevenire forme di irregolari­tà», spiega Zabbeni.

La rete del lavoro di qualità, nella quale saranno coinvolte oltre alle parti sociali anche l’Inps e le istituzion­i provincial­i del lavoro, sarà una white list delle aziende virtuose sul piano della sicurezza, della legalità e della qualità del lavoro e avrà l’importante compito di favorire il monitoragg­io e la regolarità nell’incontro tra domanda e offerta, governando dunque i flussi di manodopera stagionale. «Quest’ultimo aspetto diventa sempre più importante anche alla luce di queste ultime notizie», conclude Zabbeni.

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