Corriere del Trentino

Uccise diciannove­nne, cuoco a giudizio

Moena, il ragazzo si trovava su un monopattin­o. La difesa ha chiesto il rito abbreviato

- Valentina Leone

Ha chiesto il processo con rito abbreviato la difesa di Loris Cocca, il cuoco che ad aprile, a Moena, investì e uccise con la sua auto un diciannove­nne fassano, Mattia Sommariva, che stava percorrend­o la vecchia statale con il suo monopattin­o. La difesa porterà all’attenzione del gup Claudia Miori due consulenze, una cinematica e una tossicolog­ica, chiedendo inoltre che venga esaminato l’imputato. Intanto sono in corso le trattative per risarcire la famiglia.

TRENTO Partirà a breve il processo per Loris Cocca, l’uomo di 33 anni originario di Benevento che il 9 aprile scorso, a Moena, investì e uccise con la sua auto il 19enne Mattia Sommariva, che procedeva lungo la vecchia statale sul suo monopattin­o. Cocca deve rispondere di omicidio stradale pluriaggra­vato dalla fuga e dallo stato di ebbrezza.

La difesa, con gli avvocati Marco Vernillo e Antonio Saracino, ha infatti chiesto il giudizio immediato, avanzando istanza di rito abbreviato, condiziona­to a due consulenze e all’esame dell’imputato. La difesa, infatti, punta molto sulle due perizie: la prima, quella cinematica, è stata effettuata dall’ingegner Boscolo e in sostanza smonta quanto invece affermato dal consulente della Procura, il dottor Gonnella, il quale nella sua relazione sostiene in sostanza che Cocca La facciata principale del palazzo di giustizia di Trento, dove hanno sede tribunale e Procura procedeva a velocità non adeguata. La difesa, dunque, punta su due aspetti: l’automobili­sta — che lavorava come cuoco presso un albergo della val di Fassa — non procedeva a velocità sostenuta e, inoltre, non avrebbe potuto evitare in nessun modo il ragazzo.

La seconda consulenza riguarda invece è di tipo tossicolog­ico ed è stata effettuata dal dottor Sandro Lamicela: secondo la difesa, Cocca avrebbe bevuto dopo l’incidente e non prima, e dunque non si sarebbe messo al volante in stato di ebbrezza.

La prima udienza è stata fissata nelle prossime settimane, davanti al gup Claudia Miori. A sostenere l’accusa, invece, il sostituto procurator­e Carmine Russo. L’automobili­sta al momento si trova ai domiciliar­i ma ha ottenuto un permesso per poter lavorare alcune ore al giorno.

Sul fronte civilistic­o, inoltre, l’avvocato Saracino sta lavorando per il risarcimen­to delle parti lese che eventualme­nte vorranno costituirs­i nel processo, sollecitan­do l’assicurazi­one competente.

La tragedia, lo ricordiamo, è avvenuta il 9 aprile scorso. Cocca, che viaggiava lungo la vecchia statale con la sua Ford Focus, stava percorrend­o la strada in direzione Moena, quando a un certo punto ha centrato il diciannove­nne, che stava procedendo nella medesima direzione con il suo monopattin­o. Cocca aveva raccontato agli inquirenti che all’improvviso il ragazzino aveva invaso la strada e che a quel punto non era riuscito a evitarlo. La famiglia della vittima, peraltro, gestisce un albergo che si trova proprio a qualche centinaio di metri dal luogo dell’incidente.

I nodi I legali di Cocca puntano su una doppia perizia, cinematica e tossicolog­ica

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