Corriere del Trentino

«Lavoreremo con umiltà Stupisce che Fugatti abbia evitato di dimettersi»

Il neoalfiere dell’Alleanza: «Farò di tutto per coinvolger­e il Patt»

- M. D.

Giorgio Tonini, si sente sorpreso davanti a questa nomina?

«Non del tutto, perché era una delle possibilit­à. Piuttosto direi che sono grato all’alleanza per la fiducia accordatam­i».

Ormai mancano meno di cinquanta giorni al voto. Siete ancora in tempo per recuperare sulla Lega?

«Credo proprio di sì. Dovremo lavorare molto, con umiltà, ma siamo un fronte ampio e composito, dove i partiti come il Pd convivono con movimenti nuovi, come Futura di Ghezzi e i civici di Daldoss. Certo è che a questo mosaico manca un tassello prezioso».

Si riferisce al Patt?

«Sì, sarebbe importante riattivare il rapporto. Sicurament­e io mi impegnerò fin da subito in questa direzione per non lasciare nulla di intentato».

Poco fa parlava di un’alleanza composita, ha già pensato come valorizzar­e, magari in un’ipotetica giunta provincial­e, quelli che fino a poche ore fa sembravano due candidati indipenden­ti, ovvero Paolo Ghezzi e Carlo Daldoss?

«No, non ancora. Però mi preme sottolinea­re che tutti e tre siamo protagonis­ti di una battaglia comune».

Quali scenari si aprirebber­o, secondo lei, se a vincere fosse la Lega?

«Credo che la nostra autonomia verrebbe fortemente «condiziona­ta». Mi spiego meglio: ho stima personale del mio avversario Maurizio Fugatti, ma credo che lui potrà poco di fronte alla catena di comando che da qui arriva fino al Viminale. La Lega infatti, pur essendo nata come partito federalist­a, è sempre più un partito nazionalis­ta, accentrato e concentrat­o intorno alla figura di Matteo Salvini. E a corroborar­e la mia tesi vi è il fatto che Fugatti corra per la presidenza di una Provincia autonoma pur senza essersi dimesso dalla sua carica romana. Lo trovo quantomeno strano. Per non parlare delle differenze programmat­iche».

Esatto, veniamo ai programmi, quali sono le prime due priorità a cui ha pensato subito dopo essere stato scelto come candidato?

«Gli anziani e il lavoro. Nei prossimi giorni assieme alle diverse voci dell’alleanza sviscerere­mo nel dettaglio i punti del programma. Ciò che però abbiamo condiviso fin da subito è stata la prospettiv­a, che dev’essere quella del cittadino comune, preoccupat­o innanzitut­to dalla demografia del territorio, ovvero dal crollo delle nascite e dal progressiv­o invecchiam­ento della popolazion­e. Il Trentino finora è stato ben governato, ma credo che, per esempio sul welfare, si possa sempre fare meglio, per rispondere alle esigenze delle famiglie che si trovano ad accudire i propri anziani».

Quando si riferisce all’occupazion­e invece, che cosa intende?

«Il lavoro precario, operaio e sottopagat­o. Penso che la politica debba sedersi al tavolo assieme agli imprendito­ri e ai sindacati per ridefinire la questione salariale. E che i tanti giovani formati nelle nostre scuole e nella nostra università — che sono tra le migliori in Italia — meritino di crescere profession­almente qui e non debbano essere costretti ad andare via per avere successo».

Quanto questa campagna elettorale rischia di essere segnata dai risultati delle parlamenta­ri del quattro marzo?

«Sicurament­e le politiche ci hanno dato un segnale di allarme circa l’insoddisfa­zione dei cittadini. Ma io penso che possiamo ancora fare bene, anche a costo di ricostruir­e uno ad uno il rapporto con gli elettori».

Se dovesse fare il check up del Pd trentino, quale sarebbe il verdetto?

 L’appello Possiamo recuperare, il voto del 4 marzo è stato un segnale. Cercherò gli elettori uno ad uno

«Il Pd è il baricentro dell’alleanza, perciò rispondere­i che è finita l’era dei contrasti e che da oggi in poi giochiamo per vincere.

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