Lavarone: Valerio è tornato a casa alcuni hotel vorrebbero ospitarlo
Ha abbracciato forte la nonna e si è commosso. È stato forse in quel momento, al ritorno a casa, che Valerio, il tredicenne di Lavarone ritrovato in sella alla sua bici a Badia Polesine dopo ore di ricerche incessanti, ha capito quanta preoccupazione il suo gesto avesse generato.
Dopo il ritrovamento, avvenuto mercoledì in tarda mattinata, il ragazzino e i suoi genitori sono riusciti a ricongiungersi e, in serata, a fare rientro a Lavarone.
«Credo che in questo momento la famiglia abbia bisogno di calma e tranquillità», ha spiegato il sindaco Isacco Corradi, che ha comunque confermato le numerose offerte giunte da alcuni alberghi del sud Italia desiderosi di ospitare per qualche giorno Valerio e i suoi genitori. «Proveremo a metterli in contatto ma, come detto, credo che ora sia il momento del silenzio e del rispetto della privacy di questa famiglia».
Ma perché questa gara di solidarietà dal sud? Perché, come ha raccontato proprio Valerio agli agenti della stradale che lo hanno trovato intento a pedalare in autostrada, la sua intenzione era quella di andare verso il mare, sulla costa adriatica. Poi, da lì, forse, in Grecia. «Mi sarei orientato con le stelle, in caso», ha spiegato imperturbabile agli agenti.
Con la stessa pacatezza, Valerio ha ricostruito il suo viaggio o, per meglio dire, la sua fuga: partito con la sua mountain bike da Lavarone in mattinata, ha percorso 160 chilometri. Quasi sicuramente, passando per Piovene Rocchette e attraversando Vicenza, per poi entrare in autostrada.
Dove abbia davvero dormito non è chiaro, ma lui ha raccontato agli agenti che si sarebbe solo fermato per piccoli riposi in punti di ristoro per turisti, luoghi trafficati e quindi più sicuri, mangiando della frutta che aveva recuperato nel tragitto dalle campagne. Nel suo zaino, gli agenti hanno trovato un ricambio, un libro di ricette con piante officinali e un atlante del corpo umano.
Quel che è certo è che le ricerche, scattate nel pomeriggio di mercoledì dopo che i suoi genitori non l’hanno visto rientrare, hanno impegnato circa centocinquanta persone tra vigili del fuoco, soccorso alpino e forze dell’ordine. Al rientro da Rovigo, il papà — anche lui vigile del fuoco — ha ringraziato personalmente tutti coloro che avevano dato una mano nelle ricerche.
Il sindaco «Tante le offerte ricevute, ma ora la famiglia desidera un po’ di privacy»