Oriente Occidente, prossimo focus sull’Europa dell’Est
Cis: «Prossima edizione focus sull’Europa dell’Est»
La cultura orientale e la danza urbana hanno stregato il pubblico di Oriente Occidente Festival 2018, che archivia la sua 38ma edizione al punto che gli obiettivi per i prossimi anni sono già chiari: «L’altissimo interesse riscontrato negli appuntamenti della sezione Linguaggi oltre che negli spettacoli che portavano sotto i riflettori la cultura orientale — spiega il direttore del festival Lanfranco Cis — ha evidenziato quanto il pubblico abbia fame di capire quel mondo e sicuramente ci indica il percorso da seguire in futuro. Oltre a questo, l’edizione 2019 del festival si aprirà con un focus sull’ex Europa dell’Est, dove esiste un movimento di ricerca coreografico molto interessante». Questo sarà possibile grazie alle relazioni instaurate con il Trafó House of Contemporary Arts di Budapest e con altri Paesi dell’Europa centrale, ma Oriente Occidente sta avviando nuovi progetti anche con l’Nca Small Theatre in Armenia, con il francese Théâtre National de Chaillot e naturalmente con l’estremo Oriente, in primis la Cina (Shanghai International Dance Center), oltre alle progettualità già attive con Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto e molte altre istituzioni.
L’edizione del festival appena conclusa, dedicata alla Nuova Via della Seta, iniziativa strategica avviata nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping, anche quest’anno ha animato Rovereto con 9 giorni densissimi di spettacoli di danza contemporanea, ma anche di incontri e laboratori, che hanno registrato «oltre 12mila presenze contate nei teatri, nelle piazze, nella sale prove e in altri spazi cittadini, un successo dovuto anche alle 9 prime assolute, alle 9 prime nazionali, alle 8 creazioni site specific e alle 5 anteprime, di cui 12 coproduzioni internazionali e nazionali in collaborazione con 38 istituzioni nazionali e internazionali».
Per inserirsi sempre più nei moderni «traffici» artistici internazionali, il festival ha l’obiettivo di muoversi sempre più nella direzione dei progetti di coproduzione, in rete con istituzioni di tutto il mondo: «Oltre alle partnership internazionali — sottolinea Cis — quest’anno abbiamo incassato anche una grande attenzione da parte degli operatori nazionali, molto interessati a partecipare in modo massiccio per vedere le produzioni dei giovani coreografi italiani e posso già anticipare che con alcune realtà stiamo già programmando la messa in scena di spettacoli che, quindi, dopo il debutto a Oriente Occidente, saranno replicati in altri luoghi». Altra cosa sulla quale il festival punterà sempre di più è la danza urbana «per intercettare nuove tipologie di pubblico uscendo dai teatri». Senza dimenticare l’importante progetto europeo di cui fa parte anche Oriente Occidente, per la valorizzazione della danza inclusiva: «Un progetto ambizioso e importante che ci chiama per i prossimi quattro anni a verificare la possibilità di utilizzare corpi diversamente abili all’interno di un percorso di danza professionale».
l direttore Altissimo l’interesse del pubblico per la sezione Linguaggi
Molto seguiti anche gli spettacoli legati alla cultura orientale