Chef a domicilio: business da 1,5 milioni
«Palato italiano» unisce Trento e Bolzano. Mercato mondiale, tra i clienti Bocelli
Lo «chef a domicilio» e tutto il mondo che gravita intorno all’esportazione del made in Italy «culinario» diventa business redditizio. Quattro anni fa è nata a Bolzano «Palato Italiano», fondatore Luciano Bertani della Bertani trasporti, che ha unito la sua esperienza a quella della moglie Nadia Bonazza dell’Hotel Miramento di Campiglio. Lo chef è Filippo Sinisgalli di Spiazzo. Fatturato da 1,5 milioni. Si cucina per Bocelli, Susan Sarandon e Whoopi Goldberg.
BOLZANO Ha sede a Bolzano e radici trentine una delle startup più innovative del settore food&wine made in Italy, «Il Palato Italiano», realtà impegnata nella scoperta, valorizzazione e divulgazione dell’arte culinaria italiana attraverso attività esperienziali su misura e una meticolosa selezione di prodotti enogastronomici di eccellenza.
Nata 4 anni fa, l’azienda oggi fattura 1,5 milioni di euro, ha un ritmo di crescita del 35% all’anno e per il 2020 conta di raggiungere quota 3 milioni di euro di ricavi. Come? «La nostra realtà è articolata e complessa — spiega Federica Bertani, vice presidente e global brand ambassador de Il Palato Italiano —, siamo una vera e propria Food Agency che si occupa di food hunting, team building, colazioni d’azienda, chef a domicilio, formazione. Portiamo l’Italia fuori dall’Italia attraverso una serie di proposte tra cui Chef@Home e gli eventi tailor made, che sono sicuramente i più richiesti». Tra questi, si possono citare la Celebrity Fight Night Italy — uno dei più importanti eventi charity portato in Italia dal tenore Andrea Bocelli, che ha avuto il suo clou ieri sera a Verona — la collaborazione con la Mohamed Ali Foundation, la presenza nella Gift Lounge pre-Oscar 2017 e 2018 a Los Angeles e le cene private a New York, Los Angeles e Miami per star di calibro internazionale, come quelle che porteranno la realtà bolzanina nelle prossime settimane oltreoceano per cucinare ai party degli attori di Hollywood Patrick Harris, Susan Sarandon e Whoopi Goldberg, solo per citarne alcuni.
Il Palato Italiano è stato fondato da Luciano Bertani, direttore amministrativo della Bertani Trasporti Spa di Castiglione delle Stiviere (Mantova), decimo player europeo della logistica. Assieme a lui la moglie, Nadia Bonazza, trentina doc proprietaria dello storico Hotel Miramonti di Madonna di Campiglio, e la figlia trentenne Federica. Elementi chiave del progetto sono anche i fratelli Filippo e Tiziana Sinisgalli — executive chef lui, direttore eventi e sommelier — lucani di origine ma rendenesi d’adozione. Filippo, in particolare, ha ricevuto la Stella Michelin alla Locanda Mezzosoldo di Spiazzo per poi diventare formatore dei team di brigata dell’Armani Hotel a Dubai e quindi rientrare ini Italia per iniziare la sua collaborazione con Il Palato Italiano.
Sinisgalli coordina tre squadre di chef, due delle quali impegnate a coprire le richieste che arrivano da Italia ed Europa, e una per gli Stati Uniti. «Unendo le competenze logistiche di mio padre e quelle nell’hotellerie di mia madre — spiega Federica Bertani — abbiamo cercato di costruire un modello di business innovativo che punta a rispondere alla fame di esperienza che c’è tra gli appassionati di enogastronomia globali. La nostra clientela è divisa equamente tra Italia ed estero, dove per la maggiore va la formula Chef@Home, specie negli Usa, e questo grazie all’attività dei nostri pr locali dislocati tra New York, Los Angeles e Miami, dove abbiamo anche una warehouse».
La sede del Palato Italiano è dislocata in zona nord a Bolzano, al 31 di Via Innsbruck: mille metri quadrati di ambienti iper hi-tech divisi tra cucina con dining room fino a 12 persone, cooking class, sale degustazioni, uno spazio ristorante per business lunch aperto tutti i giorni, un’area multimediale per la degustazione di vini, una cantina, e una struttura dotata di sistemi di telepresence (videoconferenze, ndr) in grado di restituire un confronto diretto immediato, altamente immersivo, per corsi di cucina riservati sia a chef professionisti sia a hobby chef, workshop per esperti e produttori nonché incontri, tutti accessibili con la stessa intensità di un evento dal vivo. Questo grazie a una partnership siglata con Ibm e Cisco, con cui Il Palato Italiano sta finendo di prototipare una versione di telepresenza in cucina senza precedenti.
«Abbiamo scelto di localizzarci a Bolzano per tante ragioni — spiega Bertani — e tra queste c’è sicuramente la notorietà internazionale dell’Alto Adige, la sua forza comunicativa e, in ultimo ma non per ultimo, l’assistenza e il supporto che la Provincia autonoma ci ha dato e che ci continua a dare, di un livello che non abbiamo mai riscontrato in nessun’altra realtà pubblica».
Sul lato del food hunting, Il Palato Italiano si avvale di un team di tre professionisti che «scandagliano l’Italia alla ricerca di piccoli produttori d’eccellenza, imprese famigliari di nicchia dove trovare veri e propri giacimenti del gusto: attualmente in catalogo abbiamo circa 300 referenze tra cibi e vini, di cui ci occupiamo anche della distribuzione all’estero».
Oggi Palato Italiano, pur conservando la sua natura itinerante, ha come punto fermo l’hub di ricerca a Bolzano, casa delle brigate e dello chef, luogo di studio e sperimentazione assieme a spazi dedicati al business-to-business e business-to-consumer, per esperienze food in loco, come colazioni aziendali, conferenze, exhibition e tanti altri appuntamenti culturali organizzati nella cornice altoatesina. «Ambiamo a sviluppare sempre di più la nostra attività all’estero — conclude Bertani —, in particolare i mercati per noi in espansione per i prossimi 3 anni sono Israele e Dubai. Inoltre, ci piacerebbe sicuramente trovare il modo di essere un po’ più presenti in Alto Adige: stiamo studiando diverse ipotesi».
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