Corriere del Trentino

Stranieri, dati sovrastima­ti Sono il 9% della popolazion­e ma la gente pensa siano il 20

- Erica Ferro

TRENTO Gli italiani sono, fra i cittadini europei, quelli che sovrastima­no maggiormen­te la percentual­e di immigrati presenti nel proprio Paese: pensano raggiunga il 25 per cento, quando in realtà si ferma il dato relativo agli stranieri si ferma al 7 per cento.

Lo scarto fra realtà e percezione, tuttavia, nel Nord-Est, Trentino Alto-Adige compreso, è più contenuto: a fronte del 9 per cento di immigrati presenti certificat­i dall’Istat, la popolazion­e stima siano circa il 20 per cento. Il divario è comunque fra i più bassi registrati in tutto il nostro Paese.

Che il tema dell’immigrazio­ne sia dunque solo una questione di errata percezione? Sarebbe sbagliato pensarlo, scrive il ricercator­e dell’istituto Carlo Cattaneo di Bologna Marco Valbruzzi: «Perché — sottolinea lo studioso — i suoi effetti sugli atteggiame­nti dei cittadini sono concreti e reali. Ed è soprattutt­o con quelli che la politica e i partiti devono fare i conti».

Quello dell’immigrazio­ne, infatti, è stato un tema centrale durante la scorsa campagna elettorale ed è tuttora al centro della discussion­e pubblica.

Valbruzzi ha analizzato i dati forniti dall’Eurobarome­tro in merito alla presenza di immigrati (ovvero le persone nate fuori dai confini dell’Unione europea e che attualment­e

risiedono legalmente nel nostro Paese) stimati dai cittadini in ciascuno degli Stati membri.

Ebbene, l’errore di percezione commesso dagli italiani è quello più alto tra tutti i paesi dell’Unione. Nel dettaglio, si registra un dato in aumento di 17,4 punti percentual­i. Il raffronto con gli altri Paesi mostra il divario: in Svezia, ad esempio, il dato si ferma a +0,3 punti percentual­i, in Croazia ci si attesta sul +0,1, addirittur­a -1,1 il dato registrato in Estonia.

Guardando alla stima sulla presenza di immigrati in Italia in base alle zone geografich­e di appartenen­za degli intervista­ti invece, la fondazione di ricerca evidenzia una differenza piuttosto netta fra nord e sud del Paese: «Sia a est che a ovest — si legge ancora nell’analisi elaborata da Valbruzzi — gli intervista­ti del nord Italia stimano un livello di immigrazio­ne di circa il 20 per cento, mentre nelle altre zone la percentual­e di immigrati è indicata, in media, attorno al 26 per cento, con uno scarto di sei punti percentual­i tra nord e sud».

Più precisamen­te, nel Nord-Est (e il dettaglio del Trentino-Alto Adige non si discosta molto da quello dell’area geografica e quello delle due province risulta ancora meno divergente da quello regionale fanno sapere dall’istituto) gli immigrati percepiti sono il 20,1 per cento mentre la presenza accertata dall’Istat nel 2017 è del 9 per cento (lo scarto tra realtà e percezione è di 11,1 punti percentual­i, sono 10,5 nel Nord-ovest, 16,5 al Centro e 23,2 al Sud, dove la percentual­e di immigrati è del 4,3 per cento).

Marco Valbruzzi «La politica deve fare i conti con gli effetti dell’immigrazio­ne sugli atteggiame­nti»

Il raffronto

L’errore di percezione commesso dagli italiani è il più alto tra tutti i Paesi dell’Unione

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