«La sinistra ha portato alla deriva il Paese»
L’affondo di Strada: «I migranti sono solo il mostro di turno. In politica c’è un clima di guerra» Folla al Sociale per il fondatore di Emergency. L’invito a una «nuova resistenza contro il razzismo»
TRENTO Tutti in piedi per Gino Strada. Dopo quella tributatagli venerdì sera dall’Auditorium Santa Chiara, ieri il chirurgo e fondatore di Emergency ha ricevuto — sempre con un po’ di imbarazzo — anche l’ovazione del Teatro sociale, al termine di un intervento durato un’ora durante il quale, come sua consuetudine, non le ha mandate a dire.
Non tanto al ministro dell’interno Matteo Salvini (che aveva definito «un eversivo» sul Corriere del Trentino di martedì) quanto, piuttosto, alla sinistra e ai «partiti di governo che si sono definiti tali», rei di «avere ridotto la politica a una gestione della routine senza alcun valore alle spalle». Di aver condotto il Paese «alla deriva», insomma.
Quella cui ci si affaccia «quando si smette di parlare di valori e principi o si smette di avere delle convinzioni di base necessarie in una società civile: è a quel punto che si apre la porta a tutte le possibilità di estremismi e totalitarismi». Ed è questo quello che è successo all’Italia secondo Strada, dove di «uguaglianza, solidarietà, diritti, fratellanza non si è più sentito parlare».
«Il centrosinistra ha portato l’Italia in guerra per la prima volta nel 1991 — tuona — contro la nostra Costituzione, la nostra volontà, lo spirito e il pensiero degli italiani». Ecco il punto di non ritorno.
L’incontro nazionale di Emergency, che Trento ha ospitato per la prima volta negli ultimi due giorni, ha portato in città migliaia di persone desiderose di uno spazio di riflessione sulla perdita di umanità, sull’innalzamento di muri, sulla strumentalizzazione della paura e la rimozione della memoria che secondo l’associazione caratterizzano il clima sociale odierno.
Nella serata inaugurale la coda per entrare all’Auditorium si allungava per buona parte di via Santa Croce. Un’ora prima dell’intervento di Strada di ieri la fila aveva già abbondantemente superato l’incrocio fra via Oss Mazzurana e via delle Orne. A loro Strada non può non ricordare che «la prospettiva oggi è quella della guerra come condizione di vita, come elemento fondamentale della politica, che fa di volta in volta identificare il mostro di turno, oggi i migranti» e che «in
L’appello La chiave di volta è la pratica dei diritti, quindi di pace
questo la cosiddetta sinistra è stata totalmente succube, anche per un trasversale servilismo della casta politica italiana agli Stati Uniti».
Ma il fondatore di Emergency li invita anche e, soprattutto, a «resistere». In che modo? Attraverso «la pratica dei diritti». «Sono convinto sia questa la chiave di volta — sostiene — perché è di per sé una pratica di pace, al di là di ogni discussione o idea politica». Sostenere tutti, «nei modi e nelle forme che più si ritiene opportune», pratiche di pace e di uguaglianza.
È questa la resistenza per Gino Strada, che tutti i cittadini posso opporre a quella che ritengono una deriva verso odio, discriminazione e violenza: «Dobbiamo toglierci dalla testa che un mondo solidale e in pace ci verrà costruito e regalato dalla politica — conclude –—la guerra è una questione che le persone devono prendere di petto dichiarando il proprio dissenso, esprimendo il proprio pensiero, facendo sentire la propria voce: quel bisbiglio può diventare una forza materiale importante in grado davvero di cambiare il mondo».