Corriere del Trentino

«La sinistra ha portato alla deriva il Paese»

L’affondo di Strada: «I migranti sono solo il mostro di turno. In politica c’è un clima di guerra» Folla al Sociale per il fondatore di Emergency. L’invito a una «nuova resistenza contro il razzismo»

- Erica Ferro

TRENTO Tutti in piedi per Gino Strada. Dopo quella tributatag­li venerdì sera dall’Auditorium Santa Chiara, ieri il chirurgo e fondatore di Emergency ha ricevuto — sempre con un po’ di imbarazzo — anche l’ovazione del Teatro sociale, al termine di un intervento durato un’ora durante il quale, come sua consuetudi­ne, non le ha mandate a dire.

Non tanto al ministro dell’interno Matteo Salvini (che aveva definito «un eversivo» sul Corriere del Trentino di martedì) quanto, piuttosto, alla sinistra e ai «partiti di governo che si sono definiti tali», rei di «avere ridotto la politica a una gestione della routine senza alcun valore alle spalle». Di aver condotto il Paese «alla deriva», insomma.

Quella cui ci si affaccia «quando si smette di parlare di valori e principi o si smette di avere delle convinzion­i di base necessarie in una società civile: è a quel punto che si apre la porta a tutte le possibilit­à di estremismi e totalitari­smi». Ed è questo quello che è successo all’Italia secondo Strada, dove di «uguaglianz­a, solidariet­à, diritti, fratellanz­a non si è più sentito parlare».

«Il centrosini­stra ha portato l’Italia in guerra per la prima volta nel 1991 — tuona — contro la nostra Costituzio­ne, la nostra volontà, lo spirito e il pensiero degli italiani». Ecco il punto di non ritorno.

L’incontro nazionale di Emergency, che Trento ha ospitato per la prima volta negli ultimi due giorni, ha portato in città migliaia di persone desiderose di uno spazio di riflession­e sulla perdita di umanità, sull’innalzamen­to di muri, sulla strumental­izzazione della paura e la rimozione della memoria che secondo l’associazio­ne caratteriz­zano il clima sociale odierno.

Nella serata inaugurale la coda per entrare all’Auditorium si allungava per buona parte di via Santa Croce. Un’ora prima dell’intervento di Strada di ieri la fila aveva già abbondante­mente superato l’incrocio fra via Oss Mazzurana e via delle Orne. A loro Strada non può non ricordare che «la prospettiv­a oggi è quella della guerra come condizione di vita, come elemento fondamenta­le della politica, che fa di volta in volta identifica­re il mostro di turno, oggi i migranti» e che «in

 L’appello La chiave di volta è la pratica dei diritti, quindi di pace

questo la cosiddetta sinistra è stata totalmente succube, anche per un trasversal­e servilismo della casta politica italiana agli Stati Uniti».

Ma il fondatore di Emergency li invita anche e, soprattutt­o, a «resistere». In che modo? Attraverso «la pratica dei diritti». «Sono convinto sia questa la chiave di volta — sostiene — perché è di per sé una pratica di pace, al di là di ogni discussion­e o idea politica». Sostenere tutti, «nei modi e nelle forme che più si ritiene opportune», pratiche di pace e di uguaglianz­a.

È questa la resistenza per Gino Strada, che tutti i cittadini posso opporre a quella che ritengono una deriva verso odio, discrimina­zione e violenza: «Dobbiamo toglierci dalla testa che un mondo solidale e in pace ci verrà costruito e regalato dalla politica — conclude –—la guerra è una questione che le persone devono prendere di petto dichiarand­o il proprio dissenso, esprimendo il proprio pensiero, facendo sentire la propria voce: quel bisbiglio può diventare una forza materiale importante in grado davvero di cambiare il mondo».

 ?? (Nardelli Rensi) ?? Sul palcoGino Strada intervista­to ieri pomeriggio da Marta Serafini in un gremito Teatro Sociale nell’appuntam ento «Verso una nuova resistenza»
(Nardelli Rensi) Sul palcoGino Strada intervista­to ieri pomeriggio da Marta Serafini in un gremito Teatro Sociale nell’appuntam ento «Verso una nuova resistenza»

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