Muser: «No a nazionalismi e xenofobia»
La relazione programmatica del vescovo. «Deriva preoccupante del linguaggio»
BOLZANO Il vescovo Ivo Muser ha toccato diversi temi politici nella sua relazione programmatica, con la quale ha aperto a Bressanone il nuovo anno pastorale della diocesi. «Il concetto di “Occidente cristiano” torna ad essere popolare. Ma non tutto ciò che si riferisce al cristianesimo è effettivamente improntato al cristianesimo — avverte il vescovo — Non di rado oggi l’Occidente cristiano viene utilizzato solo come concetto di demarcazione e battaglia contro altri. Ma la fede cristiana esclude atteggiamenti come svilire ed emarginare altre persone nonché il nazionalismo e la xenofobia». Al riguardo, il vescovo ha anche auspicato che si diffonda un uso responsabile del linguaggio: «Stiamo assistendo a una deriva del linguaggio. Non possiamo insultare o dileggiare uomini, donne e bambini solo perché hanno avuto in sorte di nascere in situazioni invivibili, in zone di guerra, di fame e di miseria. Si usano parole che alimentano la paura e la paura ci impedisce di vivere umanamente. Espressioni come “prima noi” sono in contraddizione col messaggio evangelico, ma anche con i valori fondanti dell’Unione europea. Come fecero nel XX secolo piccoli gruppi di resistenti, tra i quali Josef Mayr-Nusser — ha aggiunto il vescovo — anche noi oggi siamo chiamati a rispondere al male con il bene». Muser si è poi soffermato sulla scadenza elettorale provinciale del 21 ottobre: «Il primo passo è quello di formarsi un proprio giudizio per votare in modo consapevole e responsabile». Gli uffici diocesani propongono «La croce del voto», una serie di manifestazioni che si terranno in ottobre a Merano, Brunico e Bolzano, in cui interpellare i candidati sulle tematiche che stanno a cuore ai cristiani. Per l’esercizio di un voto responsabile dal punto di vista cristiano, il vescovo ha poi ribadito il criterio della giustizia sociale: «La fede cristiana esclude atteggiamenti come svilire ed emarginare altre persone nonché il nazionalismo e la xenofobia». Riferendosi alla pacifica convivenza in Alto Adige, il vescovo ha ricordato che «i decenni di disputa per l’autonomia hanno portato buoni frutti, ora bisogna sviluppare un livello di stare assieme tra gruppi linguistici ancora maggiore. Sarebbe un passo indietro quello di promuovere di nuovo l’assunto secondo cui “quanto più siamo divisi, tanto meglio ci comprendiamo”. Invece più ci conosciamo, meglio ci comprendiamo». Muser ha infine ribadito il nuovo percorso della cresima: nel 2020 e 2021 il sacramento non sarà più amministrato agli under 16 anni.
«Non possiamo insultare chi è nato in zone di guerra e miseria»