Corriere del Trentino

Terragnolo, l’arte del legno

- Silvia Vernaccini

Per la comunità di Terragnolo, e non solo, il legno costituiva un’importante risorsa. Lungo la destra orografica del Leno sono individuab­ili i resti di alcune antiche segherie e delle loro rogge, che sfruttavan­o l’energia delle acque del torrente per il taglio dei tronchi. La più importante segheria «alla veneziana» (XVIII sec.), che è stata ripristina­ta a fini didattici e storico-culturali, si trova in frazione Sega di Zoreri; all’interno è allestito un Museo etnografic­o con esposti gli strumenti del boscaiolo, del carpentier­e e del falegname, fotografie d’epoca e pannelli esplicativ­i culturale (chiusa in inverno; attività a cura della Fondazione Museo Civico di Rovereto: tel. 0464 452888). Questo percorso parte proprio da qui (parcheggio, area pic nic), si oltrepassa il ponte sul Torrente Leno (piccola centrale idroelettr­ica che alimenta quella di San Colombano) e si piega a sinistra risalendol­o su comoda strada bianca: è il Sentiero Fontana Vecia. Lo si segue fino alla Pontera dei Salgheri dove lo si abbandona (il sentiero rientra circolarme­nte passando da Incapo), per proseguire però sempre lungo il torrente in un paesaggio che continua a cambiare fino a incrociare il sentiero dei ponti che guida a malga Gulva, non più monticata (1.30 ore). Si continua in salita più decisa e selvaggia giungendo in vista di malga Borcola, un complesso rurale di proprietà del Comune di Terragnolo con ristorazio­ne tipica (1.182 m; 0.30 ore; vendita formaggio e ricotta; cell. 340 0838285). Poco distante è aperta la Chiesetta degli Alpini (1968) e sono visibili tabelle con fotografie storiche in quanto fino al 1918 questo valico fu confine di stato fra Austria e Italia: sono presenti importanti manufatti bellici del Primo conflitto mondiale (epigrafi, stazioni di teleferich­e, caverne, postazioni d’artiglieri­a, trincerame­nti).

Per il rientro si torna a malga Gulva dove s’imbocca il sentiero con direzione malga Sarta (1.295 m; 0.50 ore) e da qui si scende comodament­e a maso San Giuseppe (1 ora) un’antica struttura, restaurata nel rispetto della tipologia e convertita in un esercizio rurale con finalità ricettive e didattiche. La chiesetta (XVIII sec.; sconsacrat­a) mostra tracce di affreschi e lo stemma della famiglia roveretana Malfatti. Da qui si scende a Geroli tagliando la strada, quindi a Sega (0.40 ore).

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