Klipa, uomo coraggioso
Il 3 settembre lo storico praghese Bouhmir Klipa (per tutti Mirek) dopo un brevissima degenza in ospedale ci ha lasciati. La notizia ha gettato nel dolore quelle centinaia di trentini che in quarant’anni hanno potuto conoscerlo, stimarlo e volergli bene. Klipa arrivò a Rovereto nei primi anni Sessanta coordinando per il governo di Praga una delegazione che aveva l’incarico di ristrutturare nel Museo Storico di Rovereto la Sala dei Legionari Cecoslovacchi (quell’armata che, opponendosi alle decisioni dell’impero austro ungarico scese in guerra a sostegno dell’ Italia). Klipa conobbe così il Trentino e, particolarmente, l’ospitalità di molti amici che lo seguirono e lo apprezzarono. La storia della sua vita è raccolta nell’autobiografia, voluta e realizzata dai suoi amici trentini con il sostegno della Fondazione Museo Storico del Trentino nel 2011. Klipa fu uno dei primi firmatari, nel 1968, del Manifesto delle duemila parole, una sorta di lettera appello per la continuità delle riforme stesa dallo scrittore Vaculik e firmata da accademici, poeti, scrittori, registi, campioni dello sport che in pochi giorni raccolse decine di migliaia di adesioni. Ma quel programma di umanizzazione del regime fu cancellato il 21 agosto 1968. Klipa nel frattempo fu espulso dall’istituto di storia in cui lavorava, mandato a lavorare come operaio in cantieri edili, costretto a svolgere i lavori più incredibili dalla fabbrica di timbri a quella di parrucche senza tuttavia perdere l’energia che lo spinse a sottoscrivere Carta 77. Passava le notti a tradurre dall’italiano in ceko Praga Magica, di Angelo Maria Ripellino, edito da Einaudi, diffuso in Europa da editori tedeschi. Klipa aumenta in quegli anni difficili le sue energie, aiutato, nel frattempo, da centinaia di amici trentini. Arriva l’89, cade il muro, Klipa torna al suo istituto di ricerca storica, ma torna anche in Trentino. Rimane indimenticabile una serata al rifugio Cruccolo, in Valsugana. Klipa continua a scrivere per numerose riviste di politica e storia, torna più volte a Rovereto. Si è chiusa così a Praga, in un’alba settembrina, la vita di un intellettuale di razza che, a prezzo di inenarrabili sacrifici ha detto no a chi gli tolse la voce, la libertà, la dignità del vivere. Klipa ha disposto che parte delle sue ceneri venga dispersa in Italia.