Corriere del Trentino

Idiomi «emergenti» Occhi puntati sull’arabo «Progetto da valutare»

- An. Bon.

All’ultimo Festival delle lingue di Rovereto, dedicato al tema delle lingue cosiddette emergenti, «l’azione si è articolata in due direzioni: da un lato la presentazi­one di esperienze di plurilingu­ismo e di valorizzaz­ione della lingua dei migranti attraverso progetti che coinvolgon­o istituti con elevata presenza di alunni di origine straniera (ad esempio gli istituti comprensiv­i di Cembra e di Trento 6) — spiega la professore­ssa Roberta Bisoffi dell’Iprase — dall’altro lo spazio dedicato alle terze lingue insegnate nelle scuole superiori trentine (francese, spagnolo, russo e cinese)». Tutte queste lingue sono materia di indirizzo nel liceo linguistic­o Sophie Scholl di Trento, uno degli istituti di maggior esperienza nel settore: «La motivazion­e più grande che spinge gli studenti a scegliere come terza lingua russo o cinese — commenta la dirigente Maria Silva Boccardi — è la curiosità, pura e semplice: un quattordic­enne, a meno che non riceva consigli dalla famiglia, non pensa ancora a come investirà le proprie conoscenze linguistic­he in ambito lavorativo. Peraltro la maggior parte dei nostri diplomati prosegue con l’università e non tutti scelgono Lingue, anzi: avendo già una valida conoscenza di più lingue straniere, molti studenti si iscrivono a facoltà scientific­he e sanitarie, a Economia o a Giurisprud­enza».

Sul tema delle lingue emergenti Boccardi ne evoca una in particolar­e, l’arabo: «Ci piacerebbe aprirci a questa lingua del futuro inserendol­a nella nostra offerta formativa e prima o poi sarà necessario, il Trentino dovrà aprirsi; ovviamente bisognerà considerar­e i numeri, la domanda, l’offerta e la disponibil­ità di insegnanti ma confrontar­si sull’arabo sarà necessario». Livia Ferrario, dirigente del Dipartimen­to della conoscenza provincial­e, è favorevole ma cauta: «C’è apertura e attenzione su questa prospettiv­a ma bisogna comunque tener conto che si tratterebb­e di un’offerta curricolar­e ulteriore, per la quale andrebbe poi valutata la presenza di insegnanti disponibil­i e ovviamente di studenti interessat­i, i quali al momento. anche su nostra segnalazio­ne. si rivolgono ad associazio­ni che insegnano arabo in corsi serali». Uno di questi corsi è tenuto da Nibras Breigheche, figlia dell’imam Aboulkheir Breigheche, laureata in Lingue e in teologia islamica e specializz­ata in didattica delle lingue moderne. «Alla proposta di insegnare arabo come terza lingua nelle scuole superiori trentine — spiega Nibras — mi interessai già nel 2013, quando il ministero dell’Istruzione istituì la classe di concorso specifica. Tale insegnamen­to si rivolgereb­be agli studenti stranieri di seconda e terza generazion­e originari del mondo arabofono, permettend­o loro di imparare e approfondi­re la propria lingua madre agli studenti trentini che, magari mossi intenziona­lmente solo da curiosità e fascinazio­ne, scoprirebb­ero poi di poter investire tale conoscenza nell’insegnamen­to, nella mediazione culturale, nell’editoria, nel turismo e nel commercio».

Maria Silvia Boccardi «Il Trentino dovrà aprirsi. Ovviamente si dovranno considerar­e numeri e domanda»

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