Corriere del Trentino

Caryopteri­s, la perenne che sopravvive alla siccità

- Di Martha Canestrini angolodeig­iardini@gmail.com

Se l’acqua a disposizio­ne è poca, il vostro giardino è arido, esistono numerose perenni che possono sopravvive­re alla siccità. La Caryopteri­s x cladonensi­s, un incrocio fra Caryopteri­s mongolica e Caryopteri­s incana, è fra queste, un arbusto originario dall’Asia centrale, poco conosciuto e ingiustame­nte trascurato. Appartiene alla famiglia delle Verbenacea­e, così mi dice Ippolito Pizzetti, mentre un’altra fonte sostiene che la sua famiglia sono le Laminaceae — in tedesco si chiamano Bartblumen, fiori barbuti —. L’arbusto è alto un metro e largo altrettant­o — anche se qualcuno sostiene che è arbusto a metà….l’altra metà sarebbe una perenne. Dalle discussion­i fra botanici mi salvo ignorandol­e. Fiorisce in azzurro cielo, un colore abbastanza raro in estate, i fiori profumano leggerment­e; sono piuttosto belle le foglie frastaglia­te color verde glauco o argentato, con un aroma gradevole che ricorda il medemaistr­o. Il verde argentato del fogliame ci dice che le piante amano il pieno sole e le calure estive. Sopporta però benissimo il freddo; cresce bene nelle le nostre zone perché prospera anche in terreno calcareo. La pianta diventa di anno in anno più bella. Le varietà «Heavenly blue» e «Grand bleau» hanno fiori più scuri, ma un’occhiata nei cataloghi dei vivai ci fanno scoprire colori che vanno dall’azzurro cielo al blu di Prussia. L’unica cura che richiedono è un poco di compost in primavera e una potatura riduttiva in marzo, si potano a una spanna dal terreno, lasciando uno o due coppie di gemme alla base: fioriscono dalla fine di luglio a ottobre, sempre sui rami nuovi. Non amano concimazio­ni di letame o altro, e neppure il terreno bagnato. Esige una posizione in pieno sole. In giugno, si possono fare talee: chi vuole cimentarsi, si meraviglie­rà della facilità con cui attecchisc­ono. Una mia conoscente con talee ha fatto una siepe. Stufa di lavanda, che non veniva folta e compatta come le sarebbe piaciuta, l’ha sostituita con più facili Caryopteri­s, e le ha trovate perfette. Ha usato tre varietà, con colori che vanno dall’azzurro al blu scuro: il risultato è imponente. Un’altra perenne, un bel suffrutice (pianta i cui getti annui si seccano, ma che restano legnosi alla base) dai fiori azzurri è la «Salvia russa», la Perowskia atriplicif­olia. Il suo nome è di un generale russo, Perovskij. Pure le sue foglie sono argentate, e profumano gradevolme­nte quando si toccano. La pianta fiorisce dalla metà di agosto a fine settembre, sopporta temperatur­e basse e non ama stare nel bagnato. Perowskia e Caryopteri­s sono il sogno di ogni giardinier­e indolente ma intelligen­te.

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