Caryopteris, la perenne che sopravvive alla siccità
Se l’acqua a disposizione è poca, il vostro giardino è arido, esistono numerose perenni che possono sopravvivere alla siccità. La Caryopteris x cladonensis, un incrocio fra Caryopteris mongolica e Caryopteris incana, è fra queste, un arbusto originario dall’Asia centrale, poco conosciuto e ingiustamente trascurato. Appartiene alla famiglia delle Verbenaceae, così mi dice Ippolito Pizzetti, mentre un’altra fonte sostiene che la sua famiglia sono le Laminaceae — in tedesco si chiamano Bartblumen, fiori barbuti —. L’arbusto è alto un metro e largo altrettanto — anche se qualcuno sostiene che è arbusto a metà….l’altra metà sarebbe una perenne. Dalle discussioni fra botanici mi salvo ignorandole. Fiorisce in azzurro cielo, un colore abbastanza raro in estate, i fiori profumano leggermente; sono piuttosto belle le foglie frastagliate color verde glauco o argentato, con un aroma gradevole che ricorda il medemaistro. Il verde argentato del fogliame ci dice che le piante amano il pieno sole e le calure estive. Sopporta però benissimo il freddo; cresce bene nelle le nostre zone perché prospera anche in terreno calcareo. La pianta diventa di anno in anno più bella. Le varietà «Heavenly blue» e «Grand bleau» hanno fiori più scuri, ma un’occhiata nei cataloghi dei vivai ci fanno scoprire colori che vanno dall’azzurro cielo al blu di Prussia. L’unica cura che richiedono è un poco di compost in primavera e una potatura riduttiva in marzo, si potano a una spanna dal terreno, lasciando uno o due coppie di gemme alla base: fioriscono dalla fine di luglio a ottobre, sempre sui rami nuovi. Non amano concimazioni di letame o altro, e neppure il terreno bagnato. Esige una posizione in pieno sole. In giugno, si possono fare talee: chi vuole cimentarsi, si meraviglierà della facilità con cui attecchiscono. Una mia conoscente con talee ha fatto una siepe. Stufa di lavanda, che non veniva folta e compatta come le sarebbe piaciuta, l’ha sostituita con più facili Caryopteris, e le ha trovate perfette. Ha usato tre varietà, con colori che vanno dall’azzurro al blu scuro: il risultato è imponente. Un’altra perenne, un bel suffrutice (pianta i cui getti annui si seccano, ma che restano legnosi alla base) dai fiori azzurri è la «Salvia russa», la Perowskia atriplicifolia. Il suo nome è di un generale russo, Perovskij. Pure le sue foglie sono argentate, e profumano gradevolmente quando si toccano. La pianta fiorisce dalla metà di agosto a fine settembre, sopporta temperature basse e non ama stare nel bagnato. Perowskia e Caryopteris sono il sogno di ogni giardiniere indolente ma intelligente.