Corriere del Trentino

Treni interrati, c’è il via libera

Fattibilit­à, ecco il progetto. Dallo Scalo Filzi fino a via Monte Baldo: costo 450 milioni

- Di Valentina Leone

Un miliardo e mezzo e quindici anni. Sono queste le stime per l’interramen­to della ferrovia nel capoluogo, con la realizzazi­one della circonvall­azione e del Nordus, la dorsale nord-sud di mobilità sostenibil­e. «I progetti sono realizzabi­li» assicurano i tecnici, che hanno tracciato la tabella di massima dell’intervento. «Puntiamo ad avere un progetto condiviso» chiarisce il vicesindac­o Paolo Biasioli.

Una circonvall­azione TRENTO per i convogli merci, l’interramen­to della ferrovia per i treni passeggeri con la stazione di piazza Dante ipogea e, infine, il progetto Nordus — ossia il raddoppio della Trento - Malè — che vedrà treni con frequenze elevate e fermate più ravvicinat­e. Non ultimo, il tratto ferroviari­o urbano dismesso che diverrà il nuovo polmone verde della città per pedoni e ciclisti. Tutto questo, per i tecnici del gruppo di lavoro previsto dal protocollo Rfi - Provincia Comune di Trento, risulta essere realizzabi­le in una succession­e logica: gli esperti hanno infatti elaborato un progetto di fattibilit­à tecnica, dal quale è emerso che le opere sono compatibil­i tra loro e dunque fattibili. «Siamo molto soddisfatt­i, abbiamo dato una risposta complessa e coordinata ad un progetto che ora vede la possibilit­à di realizzare grandi sinergie», ha commentato l’ingegner Ezio Facchin, Commissari­o del governo per il tunnel del Brennero, che ieri ha presentato i risultati degli elaborati insieme ai tecnici di Rfi, al presidente della Provincia Ugo Rossi, all’assessore alle infrastrut­ture Mauro Gilmozzi e al vicesindac­o di Trento Paolo Biasioli. «Questo è un risultato molto significat­ivo, le visioni positive hanno bisogno di avere le carte in regola», ha commentato il governator­e Rossi durante la presentazi­one. «Il progetto complessiv­o ci rende ancora di più una città ponte, siamo partiti da una “illusione” e abbiamo ora una concreta visione», ha aggiunto il vicesindac­o Biasioli. «La progettazi­one, che è quasi definitiva, ha permesso di risolvere non poche criticità. Questo piano ferroviari­o sarà il motore di trasformaz­ione del territorio per i prossimi 50 anni», ha aggiunto Gilmozzi. E i tempi si prospettan­o in effetti piuttosto lunghi, consideran­do la realizzazi­one delle tre opere: le stime sono, naturalmen­te, provvisori­e, ma si parla di circa quindici anni. «La continuità diventa un problema di virtù — ha ammonito l’ingegner Facchin — progetti di questo tipo richiedono decenni, ma si tratta di qualcosa per cui vale davvero la pena spendersi». Anche sui costi, naturalmen­te, non ci sono cifre al centesimo, ma si parla di un miliardo circa per la circonvall­azione e circa 450 milioni di euro per tutta la parte riguardant­e l’interramen­to della ferrovia: l’incidenza, quindi, sarebbe di circa 100 milioni l’anno per 15 anni. Entro il mese di dicembre è prevista la presentazi­one del piano costi-benefici, e lì, probabilme­nte, si avranno stime più precise sugli investimen­ti richiesti che, in linea generale, saranno parzialmen­te a carico della Provincia e, in buona parte, a carico dello Stato, il quale però potrà usufruire di finanziame­nti legati alla tratta di accesso dell’alta velocità Monaco di Baviera - Verona. «Bisogna inserire la dimensione locale in cofinanzia­mento con le tratte di accesso del tunnel del Brennero», ha chiarito ieri Facchin. Il progetto complessiv­o, nell’ultima versione elaborata dal Gruppo di lavoro, vede diversi punti fermi e alcune novità: i convogli merci, come già preventiva­to, sfrutteran­no la cosiddetta «nuova circonvall­azione». Per quanto riguarda invece i treni passeggeri sono due le direttrici: per i convogli regionali e alta velocità è previsto l’interramen­to completo dei binari, che passeranno da due a quattro, per il tratto urbano che va da Trento nord — all’altezza all’incirca della tangenzial­e — a via Monte Baldo. La Trento - Malè — sulla scia del cosiddetto progetto «Nordus» — vedrà invece corse intensific­ate e fermate più ravvicinat­e, ma l’interramen­to sarà solo parziale. Per un tratto, infatti, ossia da Trento nord e fino al campo Coni di Cristo Re, i convogli procederan­no in superficie. Proprio per questo, verrà creata una stazione provvisori­a all’ex scalo

Piazza Dante

La stazione sarà ipogea, e la vecchia costruzion­e servirà per accedere ai binari

Trento - Malè

Da nord a Cristo Re procederà in superficie, per poi viaggiare in sotterrane­a

Filzi. Sempre secondo gli studi effettuati sino ad oggi, i treni passeggeri procederan­no lungo un binario del tutto interrato sino all’altezza di via Madruzzo, dove poi dovrebbe esserci il punto di risalita: da lì si viaggerà ad un livello «seminterra­to», sino a via Monte Baldo dove poi i convogli torneranno a viaggiare del tutto in superficie. Sparirà, tra gli interventi previsti, il sottopasso che oggi collega via Madruzzo alle Albere attraverso il viale del cimitero. Anche per la stazione di Piazza Dante si prospetta in qualche modo un restyling: la parte in superficie, infatti, ossia l’edificio storico, si trasformer­à nella porta di accesso ai binari sotterrane­i, e l’intenzione sarebbe quella di creare dei pozzi di luce naturale dall’alto, sulla falsariga di quanto fatto per le stazioni di Brescia e Torino. In base a questo progetto, verrebbe meno la destinazio­ne a centro intermodal­e dell’ex - Sit, che potrebbe assumere un’altra destinazio­ne nel medesimo progetto.

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