Sul nuovo ospedale Pd, Lega e Patt adesso hanno fretta
Cinque Stelle critici: «Va ripensato tutto»
Riorganizzazione ospedaliera, vaccinazioni, punti nascita e Not. Su questi quattro grandi temi della sanità trentina si sono espressi i candidati in corsa per le prossime provinciali: l’uscente Ugo Rossi, il grillino Filippo Degasperi, Maurizio Fugatti per il centrodestra e Giorgio Tonini per il centrosinistra.
TRENTO L’assessore Luca Zeni del modello «hub&spoke» parla da anni: nell’organizzazione della rete ospedaliera i centri di riferimento di Trento e Rovereto (gli hub) devono operare in collegamento con i presidi ospedalieri territoriali (spoke). Ebbene, ci sono forti probabilità che non venga abbandonato se fra poco più di un mese sulla sua poltrona dovesse sedere qualcun altro. È infatti un «progetto condivisibile» per il candidato alla presidenza della Provincia dei Cinque stelle Filippo Degasperi (nonostante accusi la giunta di non averlo saputo realizzare) ed è ben presente anche nella visione della sanità trentina del futuro di altri candidati quali Giorgio Tonini, Maurizio Fugatti e Ugo Rossi. Pareri diversi, invece, dividono i quattro in tema di vaccini (con gli aspiranti presidenti leghista e pentastellato concordi nel dichiarare il primato del diritto all’istruzione e Rossi e Tonini decisi a non ignorare le regole) e sul Nuovo ospedale di Trento, dove l’unica voce fuori dal coro è quella di Degasperi: se il consigliere è pro «ripensamento», per gli altri il Not va fatto e al più presto. Intanto Fugatti annuncia: «Il punto nascita di Cavalese verrà riaperto nelle prossime settimane».
«Non ho conclusioni da trarre sulla decisione della giunta di riattivare la gara in project financing per la costruzione del Not perché sarebbe improprio — afferma il candidato dell’Alleanza democratica popolare per l’Autonomia Tonini — ma penso che l’ospedale vada fatto nel tempo più rapido possibile e nell’assoluto rispetto delle regole. Credo si dovrebbero anche prevedere al suo interno o nelle vicinanze delle strutture alberghiere convenzionate a prezzi agevolati per i familiari dei pazienti che arrivano da più lontano». Scontata l’osservazione di Rossi, che ricorda come la scelta della giunta «sia stata confermata dal Consiglio di Stato e non possa che andare in quella direzione: entro qualche settimana sarà predisposto il nuovo bando per far partire i lavori al più presto». Perfino per Fugatti, che non si esime dal sottolineare «la forte responsabilità della Provincia per gli anni persi finora, tutto ciò che viene fatto per velocizzare la messa in moto del progetto va bene». È solo Degasperi, dunque, a sostenere la necessità di «ripensare tutto»: «Non in maniera arroccata come fatto finora, ma confrontandosi con cittadini, tecnici e operatori sul se, dove e come realizzare il Not e come pagarlo — spiega — Vedere Mauro Gilmozzi che si sbraccia per far ripartire tutto a venti giorni dalle elezioni mi sembra una barzelletta». In questo ragionamento, secondo il consigliere, dovrebbe rientrare anche l’ospedale Santa Chiara «perché di cattedrali vuote in Trentino ce ne sono già parecchie».
E se il Not «sarà il luogo dove concentrare le cure ad alta intensità per gli acuti» secondo Tonini, «tutto il resto deve
essere sul territorio, in base al principio di appropriatezza della cura: non si può immaginare di avere tutto in tutte le valli, ma nessuno deve sentirsi penalizzato o escluso. Occorre coinvolgere le comunità locali nella scelta». Hub&spoke, dunque. Che Fugatti cita esplicitamente: «Non si può pensare di avere dei Santa Chiara in tutte le valli, ma nemmeno fare come la giunta attuale che quegli ospedali li ha depotenziati — chiosa — Va perseguita l’eccellenza di alcuni reparti nelle strutture di periferia in modo da garantirne il mantenimento». Una riflessione condivisa in maniera pressoché identica da Degasperi, che propugna anche «l’instaurazione di relazioni biunivoche fra il centro e le periferie, dove gli ospedali devono guadagnare un’eccellenza tale per cui vi si rechino i pazienti dal centro e non avvenga solo il contrario»: «Con l’attuale giunta tutto questo è rimasto solo sulla carta — sottolinea — hanno tolto da una parte senza mettere nell’altra». Posto che «la sanità trentina è già organizzata in questo modo e la rete ospedaliera è collegata da un trasporto d’urgenza di prim’ordine (gli elicotteri, ndr) — afferma il candidato del Patt Rossi — per migliorare si potrebbe inseguire di più le vocazioni dei singoli ospedali valorizzando le professionalità che ci sono e allocando alcune funzioni di presidio territoriale che possono beneficiare dell’utilizzo della tecnologia e della telemedicina». Anche perché questa, per Rossi, «è la stagione in cui investire sul territorio per i servizi agli anziani e la gestione delle cronicità: sono le sfide del futuro e in parte lo stiamo già facendo». Cristallina, inoltre, la sua posizione sui vaccini («È la scienza che ci guida e deve continuare a essere così, le norme in un Paese civile si applicano»), così come quella di Tonini: «Non posso accettare in un asilo o in una scuola un bambino che, non essendo vaccinato, può rappresentare un pericolo per un suo compagno più debole. Non è questione di libertà, ma di responsabilità». L’esclusione dai servizi educativi, invece, è «insostenibile» per Fugatti e Degasperi.
Infine, capitolo punti nascita: tutti puntano alla riapertura di quello di Cavalese e il sottosegretario alla salute Fugatti annuncia che «avverrà nelle prossime settimane».
Tonini
Not, fare presto e prevedere alberghi convenzionati Degasperi
Una barzelletta le ultime decisioni di giunta