Corriere del Trentino

Giunta, Bungaro tra i papabili Il nodo Panetta

Andreatta pronto a sostituire Robol: nodo Panetta. Presidenza dell’Aula, i Verdi difendono Coppola

- Di M. Giovannini

TRENTO Il suo nome era in cima alla lista di Alessandro Andreatta già nel 2015. Quando, a ridosso delle elezioni comunali, il sindaco era alle prese con la composizio­ne della sua giunta. Allora, Corrado Bungaro era un consiglier­e del Pd e il sindaco non aveva fatto mistero — parlando con le persone più fidate — di stimare molto il musicista, tanto da ipotizzare per lui la gestione delle deleghe culturali. Poi gli equilibri della coalizione — e del partito — avevano indirizzat­o le decisioni altrove. E per Bungaro si era profilato un posto da «semplice» consiglier­e.

Tre anni dopo, la vicenda sembra in parte ripetersi. Con il nome del consiglier­e — oggi di Insieme Trento — in pole position per occupare la poltrona lasciata libera non più di 48 ore fa da Andrea Robol. Il quale, dopo giorni di pressing del partito, ha deciso alla fine di «cedere». E di candidarsi alle elezioni provincial­i di ottobre, rinunciand­o così al posto in giunta (la «regola» delle dimissioni per gli assessori candidati è stata confermata da Andreatta, senza alcuna possibilit­à di deroga). Un passaggio di consegne che sembrerebb­e quasi scontato, considerat­o che Robol lascia effettivam­ente in eredità le deleghe alla cultura. Anche se gli interrogat­ivi non mancano.

In via Belenzani, infatti, gli occhi rimangono puntati su Andreatta, per capire se il sindaco deciderà di «accontenta­rsi» di un solo cambio (per provare ad avvicinare a sé il gruppo di Insieme Trento) o se sceglierà di modificare ulteriorme­nte il volto dell’esecutivo. Toccando, in questo caso, il gruppo del Cantiere per lasciare spazio a Salvatore Panetta. Le opzioni, se il primo cittadino decidesse di effettuare anche un secondo cambio, sarebbero due: o «sacrificar­e» il suo vicesindac­o Paolo Biasioli o rinunciare anche alla seconda delle sue «scommesse», ossia Chiara Maule (la prima, già esclusa dalla giunta, era Marika Ferrari). Secondo molti, Andreatta potrebbe — pur a malincuore — chiedere a Biasioli di fare un passo indietro, anche per mantenere un rapporto di parità di genere. Un’opzione, questa, che aprirebbe scenari diversi: difficilme­nte infatti la delega all’urbanistic­a verrebbe affidata a Panetta. Piuttosto, il sindaco potrebbe optare a quel punto per un incarico ad Alberto Salizzoni, ex presidente della commission­e urbanistic­a, sempre di Insieme Trento (ipotesi che escludereb­be quindi Bungaro). Riservando all’uptino del gruppo misto deleghe nel campo sociale o sportivo.

Intanto, i Verdi prendono posizione a favore di Lucia Coppola nella polemica sulla presidenza del consiglio (a Palazzo Thun c’è chi ne chiede le dimissioni e lo stesso Andreatta non ha chiuso all’ipotesi): «I Verdi — scrive l’esecutivo del Sole che ride — condividon­o pienamente la scelta di Coppola di non dimettersi da presidente del consiglio comunale di Trento, nel quale si è conquistat­a un larghissim­o consenso per le sue competenze istituzion­ali e per la sua capacità di dirigere i lavori del consiglio con il massimo rispetto di tutte le componenti, sia di maggioranz­a che di opposizion­e». E ancora: «Riteniamo un grave errore quello commesso dal sindaco Andreatta di tentare di imporle una scelta di dimissioni, che è priva di alcun fondamento politico e soprattutt­o giuridico». Quindi l’affondo nei confronti di Andreatta: «Al pari di Rossi in Provincia, pure il sindaco non ha mai dimostrato una particolar­e attenzione alle istanze ambientali­ste, arrivando a sopprimere l’assessorat­o all’ambiente. Ora vorrebbe sopprimere anche l’unico ruolo istituzion­ale a cui la rappresent­ante in consiglio dei Verdi è stata eletta con voto quasi unanime. Andreatta non ha alcun titolo per farlo».

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Palazzo Thun Il gruppo Insieme Trento: da sinistra Alberto Salizzoni, Corrado Bungaro, Silvio Carlin e Vanni Scalfi

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