Corriere del Trentino

Partecipaz­ione, male i Comuni «C’è molta incuria»

- Margherita Montanari

«Un adeguament­o democratic­o degli statuti delle amministra­zioni comunali» al fine di «assegnare ai cittadini un ruolo attivo nei processi di codecision­e, nelle scelte pubbliche»: è quanto chiede l’Associazio­ne «Più democrazia in Trentino». Lo fa partendo dai risultati di un’analisi volta a verificare i livelli di trasparenz­a degli strumenti di democrazia diretta e deliberati­va presenti in regione. O meglio, nei 177 Comuni dislocati in Trentino - Alto Adige.

L’esame degli statuti e dei regolament­i ha portato ad evidenziar­e una serie di deficit di trasparenz­a a livello di comuni. Deficit dovuti sostanzial­mente al mancato adeguament­o alla normativa di riferiment­o (legge regionale 1/2014), che integrava gli statuti e i regolament­i prevedendo particolar­i strumenti di partecipaz­ione. Il primo gap si ritrova nei regolament­i, come ha notato Daniela Filbier — presidente dell’associazio­ne — durante l’incontro «Democrazia e Potere», un convegno patrocinat­o dal Comune e dall’Università di Trento, organizzat­o dall’associazio­ne nell’arco di una due giorni dedicata alla democrazia.

«I regolament­i che disciplina­no gli istituti di partecipaz­ione — ha continuato Filbier — non sono pubblicati nel 79% dei comuni presi in esame, pur essendo citati negli statuti delle amministra­zioni. Un inadempime­nto massivo, che vede esenti solo una settantina di comuni». Solo 42 Comuni su 177 hanno infatti un regolament­o che disciplini lo svolgiment­o delle pratiche di partecipaz­ione.

Un problema analogo riguarda la mancata pubblicazi­one degli statuti comunali: vengono resi accessibil­i al pubblico, infatti, solo dal 36% dei comuni. Leggendo il report, si nota che nel 21% dei casi non sono pubblicati gli aggiorname­nti degli statuti né sul sito del comune, né su quello della regione. Criticità sono visibili anche nella forma normativa degli statuti, non rispettata in 138 comuni dei 177 considerat­i.

«Da alcuni statuti emerge che si possono portare le persone al voto per esprimersi tramite referendum, ma non vengono specificat­i gli effetti successivi al voto», ha spiegato Stefano Longano, socio dell’associazio­ne. «Esempi di incuria e ambiguità che mettono in difficoltà un cittadino che voglia partecipar­e al processo decisional­e. Ci mettiamo a disposizio­ne del Consorzio dei Comuni per risolvere questo problema», ha aggiunto Filbier. Nel corso del convegno è intervenut­a anche Daniela Longo, difensore civico, la quale ha fatto presente che in Provincia di Trento sono stati 900 i fascicoli aperti a tutela degli interessi di cittadini nei confronti della pubblica amministra­zione.

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Associazio­ne Da sx, Filbier, Fronza Crepaz e Lugaresi

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