«A Roma tutto sembrò enorme»
«In un’ipotetica nazionale dei grandi cantautori italiani, Goran sarebbe stato senza dubbio una buona ala destra». È un ricordo ricco di commozione e ironia quello che Alberto Beltrami traccia di Goran Kuzminac. Un legame lungo cinquant’anni di collaborazione e amicizia che affonda le radici nell’infanzia per poi svilupparsi nella carriera professionale. «Ci conoscemmo perché era amico di mio cugino Vincenzo Zubani (già sindaco di Tione, ndr) e fecero insieme la prima comunione». Se il motto recita «il mondo è piccolo», ciò è ancora più vero quando si parla di quel Trentino che si muove nell’ambiente culturale: proprio a casa Kuzminac avrà luogo il fidanzamento di Alberto Beltrami con la moglie Lia, fondatrice del Religion Today Film Festival. Ma ad unire i due artisti sarà soprattutto l’amore per la musica: dal primo concerto all’oratorio di Tione eseguendo le cover dei grandi successi di Bob Dylan e Cat Stevens all’incontro con Francesco De Gregori, spesso in ferie con la famiglia nelle valli trentine. Fino al primo, avventuroso viaggio a Roma per andare a trattare con la casa discografica IT di Vincenzo Micocci, il grande discografico che viene spesso ricordato per essere stato d’ispirazione al celebre brano Milano e Vincenzo di Alberto Fortis. «Erano i primi anni Settanta. Sua madre, secondo le tradizioni slave, ci lanciò dell’acqua in testa quando uscimmo di casa, in segno di buon auspicio. Partimmo la sera in un treno a cuccette e ci svegliammo il mattino seguente in una Roma che ci sembrava enorme. Una volta arrivati alla casa discografica incontrammo Antonello Venditti che cercò di dissuaderci dal mestiere di cantautori, perché aveva paura che dei nuovi arrivati potessero togliergli parte del mercato. La sua moglie di allora, Simona Izzo, ci introdusse a Micocci». Arrivarono le esibizioni come gruppi spalla prima dei concerti dei big dell’epoca, poi gli album e i primi successi. Lentamente le strade professionali iniziarono a dividersi, senza mai spezzare il rapporto. Goran Kuzminac continuò nel mestiere del musicista con dedizione e talento, sviluppando doti di straordinario melodista. «Mogol stesso gli propose una collaborazione, ma lui rifiutò perché voleva essere l’unico autore dei suoi brani per seguire un suo progetto totalizzante».